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Un fumetto del 68 -quindi di ben 50 anni fa- porta agli estremi le conseguenze dell'abuso della tv e dei mezzi di diffusione di massa. Quello che inizia come un fumetto umoristico, con macchiette come la cantante grassa, che diventa magra e bellissima quando è affamata, il suo fidanzato fumettista, goffo e tozzo, e il produttore tv perfido e ambizioso, si trasforma, pagina dopo pagina, in un'opera quasi di denuncia sociale. Tezuka era un visionario, come ben dimostrano anche opere minori come questa. Che rammarico non sia vissuto fino ai tempi assurdi di internet.
Capolavoro del maestro Osamu Tezuka. Serializzato dal 1968, Diletta ha per protagonista Ichiro Monzen, produttore televisivo un pò in decadenza che cerca continuamente un sistema per tornare sulla cresta dell'onda. Storia magnifica, qui Tezuka abbandona le dinamiche più semplici e spensierate dei precedenti lavori per immergersi in una critica alla società capitalista che non granda in faccia nessuno per il proprio tornaconto. Volumone edito da Ikari di ottima fattura, consigliatissimo.
"Diletta" è un poderoso volume di quasi 400 pagine, serializzato in Giappone nel 1968 su "Manga Sunday". Alla fine della lettura, ancora una volta si resta strabiliati dall'imprevedibilità della trama e dalla densità concettuale sottesa agli eventi. Intanto "Diletta" non è, come si potrebbe pensare guardando la copertina, una donna né un vero e proprio personaggio: entra in scena solo a narrazione avanzata eppure è al centro della narrazione. Per certi versi è la narrazione allo stato puro, prima di essere organizzata, preparata e inscatolata come merce in un meccanismo produttivo dominato dalla logica del profitto.
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