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non mi è piaciuto per niente questo libro...penso che gli scrittori debbano essere mparziali...
Un capolavoro! Dettagliatissimo e lucidissimo, ci chiarisce i misteri dei Bush...delle loro mani sporche.Chissa' se gli statunitensi l'han letto.
Recensioni
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Già collaboratore di Nixon, dal 1998 repubblicano indipendente, in questo suo ultimo saggio Kevin Phillips dimostra come la dimensione storiografica e quella giornalistica si possano unire in modo adeguato anche in riferimento alle questioni recenti. Le famiglie Walker e Bush, che lungo tutto il XX secolo si sono legate, negli Stati Uniti, ai settori più influenti del complesso militar-industriale, dell'intelligence e della finanza, colgono ormai da alcuni anni - e Phillips scrive prima della rielezione di G. W. Bush - i frutti del proprio impegno: oggi abbiamo di fronte una vera "dinastia presidenziale". Fu al tempo dell'amministrazione Ford (1974-76) che emerse la fazione bushista nel Grand Old Party, poi affermatasi per la prima volta subito dopo Reagan. Se non appaiono granché condivisibili i parallelismi storici (i Plantageneti, gli Stuart...) con cui Phillips mira a focalizzare alcuni problemi, sono invece molto ben esaminati la "texanomia" e il "conservatorismo compassionevole" promossi da Bush jr. per conquistare l'America wasp, e le sue differenze rispetto al padre, anche per il singolare messianismo versione cowboy. Nel libro il contesto americano, sempre più impregnato per Phillips d'una sorta di "aristofilia" promossa dalla "dinastizzazione economica" in atto, fa da sfondo a una storia di contatti, spesso sotterranei e illeciti, che hanno favorito l'imporsi d'una "dinastia di inclinazione machiavellica", disposta a sacrificare la repubblica sull'altare sia d'una cinica Realpolitik diretta al consolidamento della supremazia statunitense nel mondo, sia dei molteplici interessi famigliari.
Daniele Rocca
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