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Dino Campana, studente a Bologna, fu accolto dai compagni goliardi, la sola umanità a lui congeniale predisposta a condividere i suoi ardori e cimenti intellettuali. In quella confraternita irridente di spiriti liberi incontrò Federico Ravagli che favorì il suo esordio letterario pubblicando nei giornali studenteschi del tempo le prime prose e poesie poi confluite nei ‘Canti Orfici’. Il libro di Ravagli, ristampato nella collana del museo degli Studenti, rievoca imprese e sentimenti impetuosi di quella società di giovani esibendo documentate testimonianze, altrove irreperibili, degli umori e visioni poetiche di Dino Campana.
La collana di storia studentesca diretta da Gian Paolo Brizzi per l’archivio-museo degli Studenti acquista nuovi crediti con questo libro singolare e affettuoso. Federico Ravagli fu il primo a riconoscere il genio ispiratore di Dino Campana vivendo con lui un sodalizio di affettuosa amicizia alimentata di imprese condivise. Erano studenti nello stato di grazia che appartiene al mondo dei giovani.
La voce narrativa di Ravagli, sicura come uno sguardo, si fonde con umori e visioni dell’amico Campana e restituisce a noi gli esordi di quella straordinaria esperienza umana e poetica rievocata, con evidenza cinematografica, nei luoghi, costumi, scene di vita. È la scena studentesca bolognese rappresentata in ritrovi, locande, povere camere d’affitto, con una tipografia ben riconoscibile che aveva il suo centro nel Fittone, pietra territoriale e simbolo della comunità goliardica.
In goliardia, irridente confraternita di spiriti liberi, avversari di ogni conformismo, Dino Campana trovò la sola umanità a lui congeniale. Incontrò l’ingegnosa, raziocinante euforia dei goliardi bolognesi cresciuti nella democrazia delle aule universitarie dove una società di uguali riscalda la coscienza e convivenza civile. […]
(dalla Presentazione di Pier Ugo Calzolari, rettore dell’Università di Bologna)
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