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Dionisie. La prima inchiesta di Timandro il cane. Nuova ediz.
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Un papiro tradotto da una equipe internazionale narra le vicende degli omicidi avvenuti durante le gari teatrali Grandi Dionisie in cui concorsero Xenocle, Euripide e Agatone, nell’imminenza della disastrosa spedizione in Sicilia e, protagonista a parte, i personaggi vengono tutti dai dialoghi platonici. Ad indagare sono il medico Erissimaco, il narratore, e il filosofo squattrinato Timandro detto “il Cane”, autore di un trattato mai finito e mantenuto dall’etera Corinna di Efeso, prediletta da Aspasia, la potente vedova di Pericle.La trama è scandita dai giorni delle gare teatrali delle Dionisie, le più importanti dell’antica Atene: omicidi e scandali sembrano voler colpire i poeti tragici in gara, in particolare il grande Euripide, che sembra voler fare rivelazioni sconvolgenti tramite la sua tragedia. Al centro di questi intrighi l’ambiguo e ambizioso Alcibiade, l’allievo prediletto di Socrate. Il thriller mescola filosofia, teatro e mistery nella cornice splendida dell’Atene della fine del V secolo avanti Cristo, durante il malinconico eppure ancora vivace tramonto di una delle epoche fondamentali della storia umana, e occidentale in particolare.
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In commercio dal:
20 gennaio 2017
Pagine:
466 p., Brossura
EAN:
9788898355211
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Un bel giallo storico
21 agosto 2018
Dionisie, opera prima e per il momento (speriamo per poco) unica di Andrea Sartori, questo romanzo è ambientato nell’Atene classica, alla vigilia della spedizione siciliana di Atene. Fra i protagonisti ci sono Alcibiade, Euripide, Aspasia, Socrate. Mentre sono appena usciti di scena personaggi come Pericle ed Eschilo, e Sofocle ormai anziano fa un breve cameo. Per chi è appassionato della Grecia classica è una vera goduria, mentre per chi non lo è un sintetico ma esauriente glossario e un prontuario delle divinità a fine volume aiutano. La trama racconta una serie di omicidi nel corso delle Dionisie, le gare teatrali che polarizzano l’attenzione della città, e dell’indagine compiuta dal narratore, aiutato dall’amico Timandro detto il cane. Il primo è medico, attento agli indizi materiali (e più perspicace del narratore medio dei polizieschi, da Watson a Hasting ad Adso. Non che ci voglia molto, per la verità), il secondo filosofo e attento invece a investigare nell’anima delle persone (e spontaneo mi è venuto il paragone con Padre Brown). Naturalmente come nella miglior tradizione dei romanzi storici (e da lettore penso al Nome della Rosa di Eco, o al recentemente riletto Q) l’autore descrive fatti del passato ma parla all’uomo di oggi. Temi come il rapporto fra politica e religione e fra politica e denaro, l’adesione alle società segrete per fare carriera, i limiti della democrazia e il sottile confine che la separa dalla demagogia, la liceità etica della “esportazione della democrazia” (magari come pretesto per conquistare nuovi mercati) con le armi, i diritti delle donne sono tremendamente attuali. Le digressioni che nascono dal dialogo fra i due protagonisti e gli altri personaggi si integrano bene con la trama poliziesca. Personalmente le ho trovate pertinenti e non noiose, ma va avvertito il lettore che fosse interessato solo al lato investigativo che (pur essenziali per capire movente e autore dei delitti) potrebbero risultare noiose. Viceversa l’appassi
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