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Attraverso dieci contributi di esperti, insegnanti, dirigenti scolastici, operatori dei servizi sociali, il volume, a cura di Roberta Fadda ed Eros Mangiaracina, rispettivamente psicologa e dirigente scolastico, entrambi docenti all'Università di Cagliari, indaga le condizioni della dispersione scolastica in un'area particolarmente critica della Sardegna centrale, il Medio Campidano, dove i livelli di abbandono sono tra i più alti d'Italia.
Diversi sono gli approcci al fenomeno: Garau e Sedda, specialiste del comune di Pabillonis, che si concentrano su famiglie assistite dai servizi sociali del Comune, richiamano l'attenzione sugli atteggiamenti educativi derivanti da particolari condizioni di disagio socio-culturale, utilizzando l'approccio sistemico che spiega l'abbandono scolastico come risultato dell'interazione di più cause e quindi le difficoltà scolastiche che conducono all'abbandono vengono concettualizzate come il risultato di un'interazione disadattativa tra l'individuo e l'ambiente e la conseguente specificità del contesto famigliare disagiato.
Tuttavia, nell'indagare le cause della dispersione e dell'abbandono, altre ricerche focalizzano l'attenzione sul contesto scolastico in sé, come il saggio di Fadda e Lai, che ha per oggetto l'autoefficacia educativa tra insegnanti della scuola primaria, e in particolare le attese delle insegnanti del risultato della loro opera pedagogica, ricorrendo al modello socio-costruttivista di Bandura; gli autori analizzano i fattori di età, anni di servizio e di ruolo, evidenziando che l'attesa dei risultati positivi è inversamente proporzionale alla percezione della propria competenza educativa. O come il saggio di Caterina Fiorilli, che individua nel benessere e nella qualità dalla vita scolastica gli anticorpi al fenomeno della dispersione. In particolare Fiorilli concentra l'attenzione sul benessere degli insegnanti come veicolo del benessere degli allievi e chiama a supporto ricerche che testimoniano per gli allievi l'importanza del contesto classe, piuttosto che dell'ambiente familiare. Uno dei paragrafi del suo contributo è significativamente titolato: Sostenere gli insegnanti per aiutare gli alunni. L'assunto di Fiorilli è che il benessere degli insegnanti aumenta la qualità dei risultati che si intendono raggiungere e quindi le organizzazioni scolastiche dovrebbero evitare in particolare la sindrome di burnout, alla quale gli insegnanti sono soggetti, come del resto ogni professione di cura.
Le ricerche prodotte nell'analisi delle varie scuole del Medio Campidano, e presentate nel volume, si concentrano su un'area di alta criticità socio-culturale, in un contesto economico centrato sull'agricoltura e l'allevamento con un modesto sviluppo del settore terziario. È un contesto che svalorizza l'esperienza scolastica nella vita dell'allievo e, nello stesso tempo, non considera la scuola uno strumento di emancipazione economica. Alla prospettiva di lungo periodo, offerta da un'efficace carriera scolastica, viene opposta la prospettiva del breve periodo del successo (o almeno del risultato) economico immediato. Gli insuccessi scolastici (oltre il 20 per cento degli allievi della scuola media indagata da Marras e Piras non sono stati ammessi alla classe successiva, contro un 4 per cento circa a livello nazionale), gli abbandoni e la dispersione, che colpiscono soprattutto gli istituti professionali e tecnici, mentre risparmiano praticamente del tutto i licei, costituiscono il frutto di questa situazione. Quando la scuola è in grado di attuare pratiche virtuose che contrastino nel vissuto degli allievi questi fenomeni, si ottengono risultati incoraggianti al di là di ogni luogo comune.
Annarosa Corda e Barbara Pinna espongono la loro esperienza di contrasto della dispersione scolastica in una scuola superiore e le strategie poste in atto: tra i vari progetti, in modo efficace si è perseguita una pratica di alternanza scuola-lavoro che ha permesso di mettere in pratica in contesti extrascolastici le competenze acquisite a scuola. Lo scopo è di ridare senso a un'esperienza scolastica che spesso si avverte come passivizzante. Ma anche nell'educazione interculturale la scuola riesce spesso a superare pregiudizi che hanno origini extrascolastiche. È il caso della convivenza tra rom e gagé osservata in una delle sezioni della scuola primaria di Pabillonis, che ha condotto all'attenuazione e in alcuni casi alla rinuncia dei pregiudizi razziali, oggetto della ricerca di Mangaricina e Melis.
Il volume, attraverso l'analisi del microcosmo di Pabillonis e pur con qualche contributo non del tutto convincente, ci offre delle chiavi di lettura multidisciplinari, con solide basi teoriche di riferimento, del disagio e della dispersione scolastici, importante e utile per chiunque voglia interessarsi del problema, insegnanti, dirigenti, operatori scolastici. Gino Candreva
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