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CD Audio
Anno edizione: 2015
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Vinile LP
Anno edizione: 2015
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Dopo i due omonimi Ep che avevano contribuito a creare un piccolo caso dentro e fuori i confini britannici, i nostri debuttano sulla lunga distanza con un album realizzato in oltre sei settimane di meticoloso lavoro di studio. Merito anche del produttore Matt Peel, che ha rivestito un'importanza fondamentale, seconda forse solo a quella del leggendario Martin Hannett. Si ampliano così gli orizzonti sonori degli Autobahn, che aldilà del lascito post-punk britannico intendono anche affondare il colpo sulla scia del dopo-hardcore e del noise-rock americano, tanto da rimembrare le gesta di etichette quali Touch & Go e Wax Trax. Musica di una bellezza lacerante.
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Max
08 marzo 2019
Il nome della band è mutuato da un celebre album dei Kraftwerk ma il suono prodotto è ben lontano dall'elettronica, ispirandosi piuttosto al post punk anni 80 dalle venature dark, con Cure, Joy Division e Sisters of Mercy in primo piano. I testi sono altrettanto cupi, angosciati e disperati, conducendo l'ascoltatore in un turbine nichilista che sembra privo di vie d'uscita. Pur non brillando per originalità, tuttavia la proposta della band di Leeds evita di ricalcare pedissequamente le coordinate tracciate dai mostri sacri del genere, aggiungendovi elementi noise e hardcore che conferiscono una dose di rabbia e genuinità alle frustrazioni espresse dai propri brani. In particolare la prima parte dell'album si riversa sull'ascoltatore in maniera diretta e furiosa, Missing in Action e Impressionist suonano come invettive sparate a tutta velocità, lasciando poco spazio per tirare il fiato. La seconda parte è più riflessiva, i brani si allungano, i ritmi si fanno più cadenzati e i ritornelli si fanno più melodici, soprattutto nella title-track e in Beautiful place To Die, senza che tuttavia venga mai meno l'atmosfera cupa e desolante che avvolge l'ascoltatore, dall'inquietudine di Ostentation e Passion, alla disperazione di Suicide Saturday, fino al manifesto finale della splendida Deprivation, una sorta di sintesi finale del sound elaborato da questo gruppo, un brano che nel suo lento e implacabile crescendo sembra in qualche modo indicare la direzione musicale che potrebbe seguire nei nostri giorni il compianto Ian Curtis, se non fosse scomparso prematuramente
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