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Divinità in incognito. Lettere a Margherita Dalmati (1956-1974) - Eugenio Montale - copertina
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Divinità in incognito. Lettere a Margherita Dalmati (1956-1974)
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Divinità in incognito. Lettere a Margherita Dalmati (1956-1974) - Eugenio Montale - copertina
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Descrizione


Le lettere di Eugenio Montale a Margherita Dalmati (nom de plume di Maria-Nike Zoroyannidis, 1921-2009), poetessa e musicista greca, sono pubblicate qui per la prima volta e costituiscono un ritrovamento di grande importanza che ci fa conoscere aspetti inediti della vita del poeta.

«A quarant'anni dalla morte dell'autore vengono pubblicate le lettere inedite alla musicologa greca Margherita Dalmati, sono la testimonianza di una relazione rimasta a lungo segreta» - Robinson

Margherita Dalmati è una giovane artista dalla cultura sterminata. I due si conoscono a Firenze durante gli anni giovanili, al caffè letterario delle Giubbe rosse. La corrispondenza si infittisce dopo il viaggio di Montale in Grecia, dove l'amica lo guida alla scoperta di un mondo carico di suggestioni persistenti anche nella modernità. Le scrive assiduamente dal 1956 al 1974, firmandosi quasi sempre come Eugenio-Agenore, sulla carta intestata del «Corriere della Sera». Margherita Dalmati traduce i più importanti autori greci in italiano e italiani in greco, e trasmette al poeta preziose informazioni e traduzioni dagli originali di Kavafis e Seferis, ma è autrice lei stessa di poesie apprezzate da Cristina Campo. Dalmati attraversa in modo incandescente e con il suo fascino lunare la vita matura del poeta ripiegato sul lavoro giornalistico, ingessato da premi e riconoscimenti internazionali, addolorato per la perdita della moglie, ma capace di sorprendere la critica e i lettori facendo uscire dopo un silenzio di 15 anni tre libri di poesia: "Satura" (1971), "Diario del '71 e del '72" e "Quaderno di quattro anni" (1977). Il laboratorio segreto dell'ultimo Montale coincide con l'atmosfera di queste lettere, che ci danno preziosi riferimenti e nuove chiavi interpretative a proposito della sorprendente svolta creativa della seconda parte della vita del poeta: brillanti, colloquiali, umoristiche, ci raccontano un Montale privato e dipingono un'intesa affettiva e intellettuale intensissima con colei che è stata l'ultima delle sue Muse.
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Informazioni dal venditore

Venditore:

Dettagli

2021
107 p., Brossura
9788877687340

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erreesse
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Libro molto importante per almeno due ragioni. La prima è che mette in luce momenti finora poco conosciuti, ma significativi, della vita esteriore ed interiore del grande Montale, in cui la dimensione artistica e quella umana si fondono. La seconda è che ci fa conoscere una grande artista ed intellettuale greca innamorata dell'Italia, che visse a contatto con i maggiori artisti italiani dell'epoca e fu una tra le poche e scelte amicizie di Cristina Campo, e della quale si è parlato finora assai poco. Da segnalare l'attenta, partecipe e delicata cura del carteggio da parte di Alessandra Cenni.

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alida airaghi
Recensioni: 5/5

L’epistolario ci illustra il proficuo scambio culturale tra il poeta e la sua corrispondente greca, con il reciproco arricchimento derivato dalla collaborativa traduzione di Kavafis, con i riferimenti arguti agli scrittori contemporanei e alla situazione delle arti e della musica in Italia. Montale confessa il suo fastidio per gli impegni ufficiali e le cerimonie mondane cui deve presenziare, per la routine del lavoro giornalistico, per i progressivi disturbi dovuti all’avanzare dell’età. L’aperta confidenza che si instaura tra loro lo induce a sfogarsi anche sulla difficile quotidianità familiare, costretta tra l’invalidità della moglie e l’opprimente custodia della governante, e diventa sempre più accesa e coinvolgente, fino a trasformarsi in un’approfondita intesa sentimentale, concretizzata in pochi incontri fisici, a Roma e a Milano, ma esplicitata dal poeta con accenti di reale devozione e gratitudine: “Ti voglio bene, Margherita cara, anche se questo mi spaventa… lasciami la speranza che un giorno potrò ripiombare in Grecia e sentirti almeno per un giorno, una notte intera, mia, tutta mia. Ti voglio bene, Maria Nike, ti amo (sono vent’anni che non scrivo una simile parola) e spero che questo mi ringiovanisca e mi faccia vivere a lungo, fino al giorno in cui potrò sentirmi unito a te anima e corpo per un istante o per un secolo”; “Mia adorata… Così come sei ora mi sembri adorabile e ti sogno la notte come Tristano poteva sognare Isotta. Con feroce desiderio”. Margerita/Maria-Nike non è Clizia, non è la Volpe, non è la Mosca: le donne più decantate da Montale; a lei dedica una sola poesia, Botta e risposta III (“Ma ero pur sempre nel divino”, scrive). Una “Divinità in incognito”, questa giovane, riservata, comprensiva e solidale amica straniera, che con assoluta discrezione seppe offrire squarci di miracolosa felicità all’esistenza ormai fragilmente in declino del nostro più importante poeta novecentesco.

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Conosci l'autore

Eugenio Montale

1896, Genova

Eugenio Montale è tra i poeti più importanti della storia della letteratura mondiale. Nel 1975 ha ricevuto il Premio Nobel.Nato da una famiglia di commercianti, frequentò le scuole tecniche e intraprese studi di canto che dovette interrompere nel ’17 per andare al fronte come ufficiale di fanteria. Tornò dopo la guerra a Genova, dove cominciò a dedicarsi agli studi di poesia e a frequentare gli ambienti letterari. Nel ’27 andò a Firenze per lavorare prima presso la casa editrice Bemporad e dal ’28 come direttore del Gabinetto scientifico-letterario Vieusseux, incarico che dovette lasciare dieci anni dopo perché non iscritto al partito fascista: d’altronde Montale aveva già mostrato il suo dissenso verso il regime,...

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