Dite la verità: credevate di conoscerlo, il duo garage-punkdella laguna di Venezia. Due, come il numero del blues, il fiore all'occhiello di un'ipotetica scena lo-fiitaliana, tanto underground e nostalgica quanto chiusa in se stessa. Paragoni d'ufficio? WhiteStripes, ovvio, ma anche Jon Spencer Blues Explosion o al massimo i Bassholes. Un gruppodestinato a trovare la meritata consacrazione solo fuori dalle patrie terre, prendendo a giustificazionel'arretratezza musicale e culturale dell'Italia, dove la loro musica è cosa per pochi? Fortunatamente,NO. Ad solo un anno e mezzo dalla pubblicazione del loro precedente lavoro i Mojomatics tornanocon un nuovo disco, completando idealmente la loro personale trilogia. Se infatti il loro debutto, "ASweet Mama Gonna Hoodoo Me", datato 2004, aveva rappresentato un vero e proprio shock perl'incredibile capacità di miscelare il blues delle origini al garage, il seguito "Songs for FarawayLovers", del 2006, ne aveva sviscerato le influenze country e folk, concedendogli una prima ribalta (epubblicazione) anche in Italia. Ma è proprio con questo "Don't Pretend that You Know Me" che lamaturazione viene portata a compimento, avendo ripercorso nel proprio piccolo quella che è statal'evoluzione stessa del Rock'n'Roll. E' con questo disco che il cerchio si chiude, con un suono ancorpiù compatto, arricchito dall'energia e dall'immediatezza del punk delle origini e da un'ancor piùmarcata raffinatezza melodica, spesso più comune ad un certo indie-pop. Un punto d'arrivo (o dipartenza) imprevedibile solo per i poco attenti, visto che l'evoluzione è stata naturale, geniale quantosemplice, e forse proprio per questo poco comune in tempo moderni. Dodici tracce che suonanocompatte e fresche. Dodici brani che potrebbero essere potenzialmente dei singoli. La loro musica èper molti. (A cura di Audioglobe)
Leggi di più
Leggi di meno