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Mi mancano due pagine per terminare di leggere il libro, e intanto ho visto anche la serie da cui è tratta "Maid" e consiglio almeno la lettura del testo. Stephanie è una donna forte che deve farci riflette riguardo le scelte di vita che è stata costretta a prendere. Le fatiche per sostenere la piccola figlia e se stessa, in un'America che non perdona gli esseri più deboli, ci dimostrano che non ci sono agevolazioni per chi si ritrova a essere povero e che ritrovarsi per strada è facilissimo. Ma la protagonista ce la farà e alla fine di "Maid" mi sono commossa... forse per questo aspetto di finire il libro...
La vicenda di una donna delle pulizie che sfugge dalla sua esistenza quotidiana attraverso la scrittura mi ha avvinto fin dalla prima pagina. Ho ammirato Stephanie ed il suo raccontare degli americani sovraccarichi di lavoro delle loro vite quotidiane. Credo che sia un'ottima idea regalo.
Il titolo italiano suona più spietato del “Maid” originale. La prefazione chiarisce che “cameriera” è “un termine gentile, che profuma di vassoi del tè, di divise inamidate”, mentre “il mondo delle donne delle pulizie è incrostato di sudiciume” o peggio, e l’autrice nel raccontare quel periodo della propria vita non ci risparmia il peggio. Ma in mezzo allo "sporco degli altri” questo libro, oltre ad un finale di riscatto sociale e al piacere estetico della copertina, offre un'altro conforto: un ritratto delle persone attraverso gli occhi della “donna delle pulizie”. Quella che per loro è una figura sfocata o invisibile si preoccupa per le loro vite come se fossero familiari o amici, augura loro ogni bene e, pensando per un po’ alle loro vite può finalmente dimenticarsi della propria.
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