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Finalmente un romanzo potente, strutturato, doloroso, cupo, in mezzo a tanti prodotti di bassa qualità che sembrano scritti in serie e che infestano il mercato letterario. Il racconto è ambientato a Bordeaux dopo la seconda guerra mondiale, quando ancora conti e riflessi di quel periodo impattano enormemente sul presente, e con la nuova guerra in Algeria che incombe, minacciosa. E’ la storia, parallela, di un commissario di polizia, Darlac, collaborazionista nel periodo della guerra, che ha fatto le proprie fortune grazie al sapersi muovere a seconda del momento e delle situazioni, quella di un ragazzo, Daniel, che ha perso i genitori, ebrei, deportati durante la guerra e che a sua volta sarà chiamato alle armi in Algeria, capendo cosa significa vivere sulla propria pelle determinate tragedie, e quella di un reduce dalla guerra, tornato a Bordeaux devastato nel fisico e nell’anima, vivo soltanto in funzione della vendetta che intende portare a compimento. Come già da più parti evidenziato, ridurre a definire solo ‘noir’ un romanzo così forte è assolutamente riduttivo. Lo scrittore riesce, con descrizioni meticolose, vivide e dettagliate, a dare profondità ad ogni sentimento, stato d’animo, sensazione od accadimento, come solo i grandissimi sanno fare. Le Corrè, quindi, in un intervallo temporale caratterizzato da salti tra il presente ed il passato, andrà a rivelarci ogni volta nuovi tasselli da incastonare nella storia, fino a che il cerchio si stringerà, in maniera inesorabile e claustrofobica, venendo così a rivelare i destini dei protagonisti... Personaggi dalla profondità incredibile ed in grado di creare enorme empatia con il lettore (soprattutto Darlac), una ricostruzione storica accuratissima - pur se solo sullo sfondo del racconto - e lo sviluppo eccellente di temi quali la vendetta, l’odio, la rassegnazione ed il rimpianto, l’amore paterno, fanno di 'Dopo La Guerra' uno dei migliori romanzi letti negli ultimi anni. Imperdibile.
Un libro che ti tiene incollato pagina dopo pagina,racconta due realtà differenti dello stesso periodo,stati d'animo e vissuti. Unica pecca,il finale..a mio avviso è stato troppo sintetizzato,mi aspettavo (per come sono state descritte minuziosamente tutte le vicessitudini) che dedicasse più attenzione all'ultima parte. Nel complesso è un libro che consiglio vivamente!
L'aggancio è stato 'Morituri' di Yasmina Khadra che uno squarcio sull'Algeria l'aveva aperto. Qui siamo a Bordeaux, ma l'Algeria c'entra, e c'entra anche la guerra e il giovane Daniel ci va, perché pensava fosse necessario andare a vedere. Su più piani, che poi si incrociano, si svolge la vicenda, e per mettere insieme tutti i pezzi ce ne vuole un po' però, a prescindere dal commissario Darlac che è proprio un gran carognone, credo che 'Dopo la guerra' sia un ottimo esempio di romanzo poliziesco a sfondo sociale, non rigorosamente finzionale, ma ancorato a veridicità storiche. Ed è forse questo il valore aggiunto per un genere che, passati i primi entusiasmi da neofita della lettura, tendi a superare con un certo snobismo, cercando strutture, stili e registri più colti e impegnati. Comunque questa è un bella storia, durissima e forte che appassiona, ben costruita e scritta altrettanto bene. «Nove omicidi in dieci mesi, un assassino particolarmente determinato e violento in libertà, è troppo per una città come Bordeaux considerata calma e ordinata, capitale della moderazione politica, con in passato una Gestapo efficiente e una polizia politica temuta e temibile, una Resistenza sbriciolata, gli ebrei doverosamente rastrellati, un bel numero di carogne, canaglie e traditori immondi passati attraverso le maglie al momento dell'epurazione e ora guidati da un sindaco giovane e bello con un fisico da rappresentante di aspirapolvere, partigiano irreprensibile, incaricato da de Gaulle di rabberciare la verginità di quella gran troia e della sua mocciolosa marmaglia di borghesi, vinattieri, poliziotti, giornalisti locali sempre contenti attaccati al nuovo guinzaglio.»
Recensioni
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