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Riconoscendo come il significato dei suoi personaggi «cui manca perfin la forza di gemere» viva oltre il periodo storico in cui la Messina scrisse, la critica le riconosce oggi il suo posto tra i classici del nostro Novecento.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Borgese la descrisse semplicemente come "una scolara di Verga". Ma la Sicilia che Maria Messina dipinge a mio parere é un mondo a sé, diverso da quello di Pirandello e da quello dell'autore de "i Malavoglia". È una terra popolata da donne, immerse nella quotidianità, nel lavoro dei campi, alle prese con la maternità spesso vissuta non serenamente, intrappolate in matrimoni infelici o che cercano un loro posto nel mondo restando però soffocate da quei ruoli a loro imposti dai tempi e dai pregiudizi della società. Questo piccolo libro racchiude 5 novelle uscite in varie riviste intorno agli anni '10-'20 e che non sono incluse in altre sue opere più famose come "Il guinzaglio" o "Piccoli gorghi". Una lettura veloce e interessante.
Un libricino sottile e piccolo, che entrerebbe nelle tasche di un cappotto qualunque, pronto a tenerci compagnia durante un viaggio in pullman o l'attesa del vostro turno. Dopo l'inverno è il titolo del primo dei racconti proposti in questa raccolta, cui ne seguono quindi altri, tutti brevi e coincisi, tutti diversi l'uno con l'altro. Cronologicamente occupano tutta la durata della produzione artistica di Maria Messina e, tutti, a loro modo suggeriscono riflessioni diverse. La prosa dell'autrice è asciutta, semplice e lineare, ma coinvolgente ed emozionante, dal sapore aforistico. Il detto-non detto di Maria Messina comunica oltre la parola, comunica con le suggestioni e i discorsi apparentemente interrotti. Maria Messina segue Verga e precede i grandi autori della narrativa novecentesca, anticipandone i drammi e l'inquietudine e la crisi delle certezze. Raccolti da pochi anni insieme, tutti usciti su rivista e pubblicati dall'attrice. Ognuno bello a suo modo. Trovate uno spazio ampio 2-3cm tra un libro ed un altro della vostra libreria, e fate posto a questo piccolo, grande libricino.
Racconti che sono immaginette della Sicilia di inizio Novecento. In una di queste c'è il figlio del vecchio Ssù Vanni: " l'unico figlio, bello e grande come una bandiera, l'aveva lasciato per andare in America, a far fortuna". E Ssù Vanni, rinsecchito dalla fatica, tutto curvo e torto, era rimasto " solo e desolato a zappare e a vangare alla meglio quel po' di terra". C'è anche l'immaginetta delle differenze sociali. Giorgio, figlio di una famiglia benestante, vuole sposare Carmelina, figlia di povera gente. La madre di Giorgio: " pari coi pari figlio mio! Noi abbiamo l'obbligo di mantenerci nel nostro stato. Non si è mai sentito dire che un Panebianco abbia sposato una ragazza del popolo".
Recensioni
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Riconoscendo come il significato dei suoi personaggi «cui manca perfin la forza di gemere» viva oltre il periodo storico in cui la Messina scrisse, la critica le riconosce oggi il suo posto tra i classici del nostro Novecento.
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