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Dovessi ritrovarmi in una selva oscura - Roan Johnson - copertina
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Dovessi ritrovarmi in una selva oscura

Descrizione


Roan Johnson, tra i più apprezzati registi e sceneggiatori italiani delle nuove generazioni, racconta le paure e le speranze di un giovane uomo in questi tempi di crisi. E lo fa con un umorismo sottile – in cui confluiscono le sue radici inglesi e toscane – impreziosito da un velo di divertita malinconia.

«E l'ironia è tutta qui: a vent'anni avevo paura di vivere, adesso mi è venuta paura di morire.»

L'aspettativa di vita per un uomo in Italia è di circa settantasei anni. Che diviso due fa trentaotto. E al protagonista di questa storia, a quell'età, non sembra mancare nulla: ha una fidanzata che ama, un lavoro creativo, un interessante passato alle spalle. Ma il giorno del suo trentottesimo compleanno, simbolicamente proprio "nel mezzo del cammin di nostra vita", mentre fa l'amore con la sua ragazza, "all'apice del piacere, una frazione di secondo a ridosso dell'orgasmo", viene colto dalla prima "terribilità": un dolore fitto e appuntito dietro la nuca, come un ferro incandescente che gli buca la testa. I giorni dopo prova a rifare l'amore, a masturbarsi, ma il dolore torna sempre proprio un attimo prima dell'orgasmo. Comincia un giro per cliniche e ospedali, accompagnato dalla sua ragazza, dalla madre, e dalla paura di essere destinato alla più grande beffa del destino: riuscire a eccitarsi sì, ma non poter godere mai più. Durante la risonanza magnetica a cui decide di sottoporsi, ha il suo primo inaspettato attacco di panico, e qualche giorno dopo fa fermare un aereo un istante prima del decollo, colto da un terrore irrazionale. Insomma l'ansia – che da sempre è sua compagna di vita e con la quale ha stretto un patto di non aggressione – dilaga nelle sue giornate, sotto forma di propositi sconsiderati e sempre nuove paranoie. Cosa gli sta succedendo? Forse la ragione va cercata nelle esperienze psichedeliche e nell'amore disperato che ha segnato la sua adolescenza... Roan Johnson, tra i più apprezzati registi e sceneggiatori italiani delle nuove generazioni, racconta le paure e le speranze di un giovane uomo in questi tempi di crisi. E lo fa con un umorismo sottile – in cui confluiscono le sue radici inglesi e toscane – impreziosito da un velo di divertita malinconia. Suggestioni scientifiche (il numero medio di battiti del cuore degli esseri viventi, la debolezza della forza di gravità) e scene di vita quotidiana si alternano in un romanzo originale, intelligente e divertente, dove argomenti universali quali il sesso, la paura della morte, il desiderio di genitorialità vengono trattati con profondità, ironia e leggerezza.
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Dettagli

2017
14 febbraio 2017
240 p., Brossura
9788804673248
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Indice

Le prime pagine del romanzo

La prima terribilità arrivò all'apice del piacere, una frazione di secondo a ridosso dell'orgasmo.
In quell'istante stavo pensando alla forza di gravità e a quello che avevo letto sul sito del "Guardian", e cioè che la gravità è una forza così debole da creare problemi perfino ai fisici.
La mattina vai a fare colazione e quando sollevi il bicchiere di caffelatte il tuo bicipite fa a braccio di ferro contro un pianeta intero con milioni di quintali di minerali e roccia e, senza fare grande sforzo, lo vince.
È una forza talmente debole che fa casino con la teoria del funzionamento di tutto l'universo che quindi, secondo regole matematiche studiate e ristudiate, sarebbe già dovuto collassare da tempo.
Stavo pensando a quel rapporto piccolo uomo/grande pianeta perché per una serie di coincidenze eravamo finiti a fare l'amore sul pavimento (eravamo un po' brilli visto che era il nostro compleanno, e il letto era occupato da un mobile Ikea che non ero riuscito a finire di montare perché avevo confuso un pezzo con un altro) e la posizione che avevo assunto era basata su una lotta contro la gravità: avevo tutto lo sforzo sulla ginocchia flesse (come una rana dei cartoni animati che prova a saltare) e il movimento solitamente di bacino andava fatto da questa sorta di molla che era diventato il mio corpo.
Ma soprattutto provavo a staccare la testa per qualche altro minuto per lasciare alla mia ragazza il tempo di venire, e quindi mi concentravo sul sistema matematico che regge l'universo e sul fatto che se c'è questa forza di gravità ci dovrebbe anche essere una sorta di particella o un'onda che fa da attrattore fra un corpo e un altro e nessuno però l'ha mai vista e l'esperimento più importante per trovare queste ipotetiche onde e questo ipotetico gravitone lo stanno facendo vicino a casa dei miei, a Pisa, si chiama Virgo e se vai sopra il monte Serra in una giornata limpida puoi vedere, nel mezzo della grande vallata dell'Arno verso Navacchio, fra le case e i paesini, una sorta di enorme V bianca che sembra disegnata sui campi, e là, dentro quei due tubi immensi a forma di V, ci sono fisici e tecnici da tutto il mondo che cercano giorno e notte quella particella.
E non so perché, ma le volte che mi sono trovato lassù sui monti a gurdare dall'alto quella V dell'esperimento, ho sempre pensato agli scienziati che hanno dedicato tutta la loro vita a scoprire qualcosa che non hanno mai trovato o che magari non è mai esistita.

Conosci l'autore

Roan Johnson

1975, Londra

scrittore e regista, è nato a Londra da padre inglese e madre italiana, ed è cresciuto a Pisa. A Roma si è diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia e ha iniziato a lavorare come sceneggiatore per la tv e il cinema: fra le altre cose, ha scritto la serie Il commissario De Luca, tratta dai romanzi di Carlo Lucarelli, il film Ora o mai più di Lucio Pellegrini, la serie I delitti del BarLume, tratta dai romanzi di Marco Malvaldi. Nel 2010 ha pubblicato il romanzo Prove di felicità a Roma Est (Einaudi Stile libero), che ha vinto il premio Berto. Nel 2011 è uscito il suo primo film da regista, I primi della lista, con Claudio Santamaria. Il suo secondo lungometraggio, Fino a qui tutto bene (2014), è stato il film più premiato al Festival...

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