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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2003
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Opera intensa. Contributo alla storia dell'Italia nel periodo bellico e più nello specifico un impareggiabile contributo alla storia dell'esercito italiano, come riconosciuto da specialisti come Rochat e Macgregor. Ma forse uno dei suoi più grandi meriti è quello di saper dare una immagine del Piemonte, diversa, profonda.
L'ultima opera di Nuto Revelli tratta in maniera chiara e sintetica quale fosse la vita dei giovani sotto il regime del Duce. Si comincia con il parlare delle prime infami squadracce formate principalmente da borghesucci benpensanti timorosi di una nuova rivoluzione bolscevica anche in Italia e da contadini ignoranti reclutati con un po' di demagogia populista e addirittura un contadino intervistato da Revelli, caposquadra a Vinadio non sapeva di esser stato fascista! Si procede parlando delle violenze subite dai socialisti e dai comunisti unici avversari abbastanza decisi di questo nuovo movimento politico. Andando avanti Nuto parla di un suo amico, Peano, che vedendolo vestito da avanguardista gli disse "quando la smetti di vestirti da scemo?". Poi gli anni dell'impero, gli infami massacri della popolazione etiopica per mezzo di gas tossici, vietati dalle convenzioni internazionali, le infami leggi razziali, ma soprattutto l'enorme indifferenza della popolazione rincretinita dall'enorme culto della personalità del Duce etimorosa di ritorsioni sui propri familiari (peraltro già attuate ai tempi di casa Savoia prima dell'inizio della Prima guerra mondiale) poi la guerra in Francia, i francesi che risparmino gli italiani "per pena", l'inadeguato equipaggiamento dei poveri soldati contadini, fino alla tremenda offensiva contro la Russia, la bontà dei russi e la crudeltà della Wehrmacht l'infame imboscamento dei fascisti che tentano di schivare le loro immense responsabilità storiche. Al ritorno in Italia l'ex ufficiale Nuto Revelli fonda' insime ad altri le Brigate GL (Giustizia e Libertà) e si trova a combattere contro i nazisti specializzati nella guerriglia anti partigiana (ma che non disdegnavano le rappresaglie sulla popolazione) e contro i fascisti, incapaci combattenti specializzati nell'infierire sugli inermi. Dopo la Liberazione e la codardissima fuga dei fascisti e dei nazisti, Revelli combatte contro gli infami congressi neofascisti del MSI e dimostra la superiorità dei partigiani sui fascisti salvando a
Come ribadisce ogni volta Revelli, i suoi libri sono pubblicati anche per mandare un messaggio alle generazioni future e di adesso, per non dimenticare quei giorni terribili che hanno lasciato il segno nella storia. Spero che altri ragazzi ventenni come me leggano questo libro e lo apprezzino.
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