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Le due inglesi e il continente - Henri-Pierre Roché - copertina
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Le due inglesi e il continente - Henri-Pierre Roché - copertina
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Descrizione


Se Jules e Jim è la storia di due amici che amano le stesse donne, Le due inglesi e il continente è quella di due sorelle che si innamorano dello stesso uomo. Innumerevoli sono le varianti che questi amori incontrano, in un arco di trentanni. Con la sua leggerezza lievemente maniacale, con la sua «penna dacciaio freddo e acuto» (Truffaut) ancora una volta Roché osserva il cuore, il suo continuo «gioco dei tre cantoni», dove i personaggi tanto più imbrogliano se stessi quanto più pretendono di dominare gli eventi. Roché parla, al tempo stesso, come un eterno «curioso» dallaria svagata e come un severo maestro del Grand Siècle, che conosce e accarezza le molle segrete delle passioni. Qui «lemozione nasce dal vuoto, da tutte le parole rifiutate, dallellissi stessa», ha scritto Truffaut, che da questo libro trasse nel 1971 uno dei suoi film più belli. Unaria di estrema giovinezza, di freschezza, di felice incoscienza si respira in queste pagine. Ma, se osserviamo la superficie, vibrante e spumosa, da una certa distanza, ci accorgiamo che questa «educazione sentimentale romantica e di una purezza perversa» si svolge nel segno di una crudele meccanica dei sentimenti. Le «due inglesi», fra le cui braccia oscilla, con titubanza libertina, il giovane Claude, sono in verità una sola potenza, perennemente sdoppiata, che amministra la morte non meno dellamore, anche se con la compitezza delle fanciulle dai nobili sentimenti.
Le due inglesi e il continente è apparso per la prima volta nel 1956.
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Dettagli

1988
14 novembre 1988
289 p.
9788845903175

Voce della critica


recensione di Baggiani, A., L'Indice 1989, n. 4

Curioso destino, quello di Roché, di trascrivere a settant'anni passati la propria giovinezza e d'essere riscoperto, poi, solo grazie alle struggenti trasposizioni cinematografiche d'un Truffaut, suo entusiastico ammiratore. Abbastanza vecchio per guardare da lontano con disincanto, ma mai tanto da perdere la curiosità e la tenerezza dell'illusione d'amore, ancora Roché ci racconta un conturbante triangolo amoroso. Ma non sono, infine, tutte le storie d'amore figure geometriche più o meno regolari, almeno dall'epoca di Lilith? Iscritta, se mai, questa, nel rigore dell''esprit de géometrie' di un de Laclos, referente d'obbligo per l'autore di un raffinato Don Juan e d'accurati taccuini di annotazioni erotiche.
Quasi romanzo epistolare, con l'inserto di diari paralleli abilmente intrecciati, "Le due inglesi" è, come già Jules e Jim, la storia di una seduzione: l'aria del continente, la voluttuosa e corrotta Francia contro la puritana e salutista Albione. Siamo agli inizi del secolo: Claude, colto e sensibile, propone letture sconvolgenti alle candide sorelle inglesi e con loro gioca alla scoperta dei sentimenti. D'altra parte la sana Inghilterra ha il suo fascino, se Claude serve ai banchetti dei poveri e va ad ascoltare G.B. Shaw alla Fabian Society: innamorato dell'attiva e religiosa Muriel e convinto della necessità di un matrimonio costruttivo - osteggiato dalla madre -, la lettura di Nietzsche lo strapperà bruscamente a questo ideale troppo borghese.
Ma le forze dell'eros sono scatenate: Muriel lo amerà in silenzio, affascinata da sacrificio e negazione, mentre la sorella Anne, scultrice a Parigi, scoprirà l'avanguardia e, insieme a Claude (rivelatore, "Il Bacio" di Rodin), la bellezza del sesso. Pronta, peraltro, a mettersi da parte, per un amore definitivo, quando s'accorgerà della passione intatta di Muriel, alla quale infine Claude darà compiutezza e limite con un'iniziazione liberatoria.
E vissero felici e contenti: il seguito della storia ucciderebbe il fascino del romanzo se non fosse il perfetto compimento del cerchio con la fantasmatica presenza della figlia di Muriel e quella, reale, di Claire, la madre troppo amata. E ancora una volta il seduttore s'allontana; poiché la seduzione è allontanamento e non il trarre a sé l'oggetto del desiderio. Claude "accende" il fuoco ma ne elude la schiavitù: Anne e Muriel dovranno cercare altrove la propria maturità e libertà di creare e di procreare. Se loro si "danno", Claude non parla mai di possesso, perché non può n‚ vuole possedere: l'iniziazione non ne ha bisogno.
Ma la liberazione femminile deve fare i conti con la realtà dolorosamente oggettiva di un mondo impermeabile alla libertà. Infastidisce perciò un tantino l'ambiguo segno del Carnefice rovesciato sul doppio Anne-Muriel (l'eterno femminino) dalla Marchi nella sua pur interessante postfazione, in ottemperanza a fin troppo scontate riesumazioni weiningeriane che sciolgono gli stretti lacci della vittima per trasformarli nella frusta della "donna fatale" sempre apportatrice di morte. Se non altro in omaggio alla antipsicanalitica freddezza formale di uno scrittore che punta, riuscendoci, a restituire alla parola il suo intatto ed essenziale aroma di verità.

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Conosci l'autore

Henri Pierre Roché

1979, Parigi

Ancora giovanissimo, resta orfano di padre, il farmacista Pierre Roché.È cresciuto dalla madre, Clara. Dopo aver frequentato il prestigioso liceo parigino Louis-le-Grand, si iscrive alla Facoltà di Scienze Politiche, nell'intenzione di intraprendere la carriera diplomatica.Cambia però presto idea, e si iscrive all'Académie Julian, per affinare le sue qualità artistiche.Nei primi anni del Novecento, è assiduo frequentatore dei caffè di Montparnasse.Ben presto diviene amico di molti importanti pittori e artisti (tirerà di boxe assieme ad André Derain e Georges Braque).Dopo aver rinunciato a dipingere, sposta la sua passione artistica diventando promotore dell'altrui attività.È fra i primissimi a sostenere Constantin...

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