Propr. R. Hosseinoff, attore e regista francese. Dopo anni di gavetta soprattutto in ambito teatrale, si afferma come attore agli inizi degli anni ’50. Atletico, virile, affascinante, con un volto interessante dai tratti slavi, sul grande schermo riscuote successo in ruoli di gaglioffo o avventuriero: è il selvaggio Rémy in Rififi (1955) di J. Dassin, l’intellettuale sull’orlo del suicidio salvato dall’amore in Il riposo del guerriero (1961) di R. Vadim, lo sfregiato marito della protagonista in Angelica (1964) di B. Borderie e nei sequel della serie, l’ironico seduttore in Una donna come me (1972) di R. Vadim. Grande professionista di indiscutibile talento, alterna i suoi impegni tra teatro (dove forse dà le sue prove migliori) e cinema. Si lascia tentare anche dalla regia in varie occasioni, ma non incontra uguale successo di critica e pubblico. Lo interessano le storie drammatiche e cupe, dallo sfondo giallo, in cui accentua i toni violenti, come in Gli assassini vanno all’inferno (1955), Nella notte cade il velo (1959, da molti critici considerato la sua opera migliore), e La belva di Düsseldorf (1965), dichiarato omaggio al regista F. Lang. In un’occasione tenta anche il genere western con il modesto Cimitero senza croci (1968), ma più vicina all’impianto teatrale a lui congeniale è la lettura modernizzata di I miserabili (1982), dal celebre romanzo di V. Hugo. Nell’ultimo ventennio abbandona quasi totalmente la regia per impegnarsi come attore, accettando spesso anche ruoli di sfondo e dimostrando di essere uno dei professionisti più ricercati del cinema francese.