(Parigi 1903 - Città di Messico 1972) fu narratore, poeta, drammaturgo, sceneggiatore e giornalista. Nato in Francia e trasferitosi con la famiglia in Spagna allo scoppio della Prima guerra mondiale, fece del castigliano la sua lingua d'elezione. Costretto all'esilio nel 1939, riuscì a riparare in Messico solo nel 1942, dopo aver trascorso tre periodi di detenzione nei campi di concentramento francesi. È autore di un ciclo di romanzi riuniti sotto il titolo complessivo Il labirinto magico (El laberinto mágico, 1943-68, nt), dove le esperienze della sua vita tumultuosa rivivono in una prosa ricca di riferimenti e di variazioni tecniche, il più imponente affresco letterario della Guerra Civile spagnola. Oltre a numerosi libri di racconti, ha scritto una biografia immaginaria di un pittore inesistente, coetaneo di Picasso, Jusep Torres Campalans (1958). È anche autore di testi teatrali, imperniati sulla condizione alienata dell’uomo contemporaneo: L’impareggiabile malfidado (El desconfiado prodigioso, 1931), Il ritorno (La vuelta, 1948), Il ratto di Europa (El rapto de Europa, 1950, nt), No (1952, nt), I morti (Los muertos, 1956). Nel 1968 ha scritto una «elegia drammatica» in morte del Che Guevara, L’accerchiamento (El cerco, nt).