(Gerusalemme 1935 - New York 2003) saggista, scrittore e musicista di origine palestinese. Figlio di profughi rifugiatisi al Cairo, insegnò letteratura comparata alla Columbia University di New York. Si occupò di colonialismo, leggendo le costruzioni ideologiche dell’Occidente con un approccio vicino a Gramsci e Foucault. Si affermò sulla scena mondiale col fondamentale Orientalismo (Orientalism, 1978), cui fecero seguito La parola, il testo e la critica (The World, the text and the critic 1983, nt) e Cultura e imperialismo (Culture and imperialism, 1993), nei quali critica le «grandi finzioni» dei concetti di Oriente e Occidente e sostiene il legame tra politica ed estetica. La sua collaborazione con giornali americani, europei e arabi a favore della causa palestinese e contro la demonizzazione dell’Islam lo ha reso il più noto intellettuale palestinese: da qui l’interesse per la sua autobiografia Sempre nel posto sbagliato (Out of place, 1999). Tradotto in numerose lingue, i suoi saggi sono disponibili in italiano nei volumi: Dire la verità. Gli intellettuali e il potere (1995); La questione palestinese (1995); Tra guerra e pace (1998); La convivenza necessaria (1999); Fine del processo di pace (2002); Il vicolo cieco di Israele (2003); La pace possibile (postumo, 2005).