Adam Gopnik scrive per il New Yorker dal 1986. Durante la sua collaborazione con la rivista, ha scritto pezzi umoristici e di fiction, recensioni di libri, profili, réportages e più di un centinaio di storie per la rubrica "The Talk of the Town and Comment".
Gopnik è diventato critico d'arte per il New Yorker nel 1987. Nel 1990 ha collaborato con Kirk Varnedoe, allora curatore di pittura e scultura al MoMA, all'esposizione "High & Low: Modern Art and Popular Culture", scrivendo (assieme allo stesso Varnedoe) nel contempo il libro dallo stesso titolo.
Nel 1995 Gopnik si è trasferito a Parigi e ha cominciato a scrivere la rubrica "Diario parigino" per la rivista. Una collezione (aggiornata e integrata) dei suoi essais parigini, "Paris to the moon", pubblicato nel 2000. Durante il suo soggiorno parigino, ha anche scritto un romanzo d'avventura, "The king in the window", che è stato pubblicato nel 2005. Gopnik ha editato l'antologia "American in Paris", per la Library of America, e ha scritto le introduzioni alle nuove edizioni delle opere di Maupassant, Balzac, Proust e Alain Fournier.
Il suo libro "Through the Children's Gate: A home in New York" (in Italia "Una casa a New York", Guanda, 2010), riunisce e espande i suoi saggi sulla vita a New York e sul crescere due bambini in quella città. Nel 2020 viene pubblicato da Guanda Il manifesto del rinoceronte.
Gopnik ha vinto tre volte il National Magazine Award for Essays and for Criticism, e anche il George Polk Award for Magazine Reporting.