(Gorizia 1887-1910) scrittore italiano. Nipote di G.I. Ascoli, studiò prima a Vienna poi a Firenze. Ultimata una tesi di laurea su Platone e Aristotele, si tolse la vita. Un contrasto interiore, un dualismo esasperato tra vita e morte - dove proprio quest’ultima assume un valore positivo, rappresentando la possibilità di una scelta, per l’uomo, di autoaffermazione, di autonomia, di vittoria su illusioni e impulsi - costituiscono il nucleo della sua opera maggiore: La persuasione e la rettorica (postuma, 1912). A questo scritto di carattere filosofico si ricollegano, in buona parte, anche le Poesie (postume, 1948), lontane dai modi crepuscolari, ma anche, per l’espressività, dai poeti-moralisti vociani a cui, nei temi, pur si richiamano. Sono presenti, nei testi di M., alcune delle problematiche esistenziali caratteristiche della letteratura del Novecento: la crisi dei valori, la tragicità della vita fra libertà e caso, la ricerca della autenticità dell’esistenza. La raccolta completa delle sue Opere (tra cui è da ricordare anche il Dialogo della salute) è uscita nel 1958.