(Oneglia 1846 - Bordighera 1908) scrittore italiano. Intrapresa ancor giovanissimo la carriera militare, dopo aver partecipato alla campagna del 1866, lasciò l’esercito per l’attività di giornalista, saggista e narratore. Nel 1891 aderì al socialismo, facendosi portavoce dell’atteggiamento filantropico della borghesia illuminata di fine secolo. Ottenne la fama con i bozzetti raccolti nel volume La vita militare (1868), cui seguirono colorite relazioni di viaggio (da Spagna, 1873, a Ricordi di Parigi, 1879). La sincera tensione morale della scrittura è l’elemento che ha fatto la fortuna della sua opera più celebre, Cuore (1886). Finzione di racconto-diario di un bambino di terza elementare, il libro ha avuto lungo successo ed è stato tradotto in tutte le principali lingue del mondo: assai ammirato ai suoi tempi, è stato oggetto, poi, di pesanti riserve, specie per il contenuto ideologico, giudicato troppo celebrativo dei valori patriottici e sociali propagandati dall’Italia umbertina. Resta il fatto che esso rappresentò per più generazioni una sorta di «codice della morale laica» post-risorgimentale. Attento ai valori dello stile, De A. intervenne nella questione della lingua (L’idioma gentile, 1905), aderendo a un ideale che, sull’esempio manzoniano, mirava a una prosa «moderna e perfettamente italiana». Fra le altre opere: Romanzo di un maestro (1890), La carrozza di tutti (1899), Sull’oceano (1899), Primo maggio (postumo, 1980). Ad Amore e ginnastica (1892), un racconto lungo di vena ironica e maliziosa, è toccato in tempi recenti un successo editoriale e cinematografico.