Regista italiano. Dopo aver realizzato nel 1935, con il cugino Alberto Mondadori, un mediometraggio (I ragazzi della via Paal) ed essere stato aiuto-regista e sceneggiatore, affronta la regia nel 1949, dirigendo con Steno otto film di prevalente intonazione comica e con un eccellente Totò (tra cui Vita da cani, 1950, e Guardie e ladri, 1951). Dal 1954 lavora da solo (Proibito, melodramma sociale da un romanzo di G. Deledda), alternando film drammatici a film comici, quasi sempre legati a temi di critica sociale. Dopo Totò e Carolina (1955), dirige la coppia A. Sordi-F. Valeri nel satirico Un eroe dei nostri tempi (1955), lancia E. Martinelli nella commedia rosa Donatella (1956) e anticipa la commedia all'italiana, rivelando le doti comiche di V. Gassman con I soliti ignoti (1958). Leone d'oro a Venezia con La grande guerra (1959, nomination all'Oscar), ottiene altre due nomination con I compagni (1963), interpretato da M. Mastroianni e sceneggiato insieme ad Age e Scarpelli, e La ragazza con la pistola (1968), che lancia M. Vitti come attrice comica. Nel frattempo trionfa al botteghino con il picaresco L'armata Brancaleone (1966) e il sequel Brancaleone alle crociate (1970) e ritorna alla satira politica con uno spassoso U. Tognazzi nostalgico del ventennio in Vogliamo i colonnelli (1973) e A. Sordi in un inedito ruolo drammatico in Un borghese piccolo piccolo (1977), dal romanzo di V. Cerami. Nel 1975 vince un David di Donatello con Amici miei, divertente commedia di costume su quattro vitelloni cinquantenni (U. Tognazzi, G. Moschin, P. Noiret, A. Celi), seguito nel 1982 da Amici miei atto II, e aggiorna poi i moduli della commedia all'italiana, venandola di humour nero, nei due ritratti di famiglie in interni Speriamo che sia femmina (1986) e Parenti serpenti (1992). Torna invece a raccontare la guerra in Le rose del deserto (2006), commedia punteggiata di cinismo, su un disordinato gruppo di militari italiani in Libia nel 1940. Autore eclettico, capace di passare dall'acre sarcasmo della commedia al registro malinconico del dramma intimista, dal farsesco intriso di acide notazioni sociali alla ricostruzione storica lucidamente e criticamente partecipe, con le sue oltre cinquanta regie e con un numero imprecisato di lavori televisivi e teatrali sa rispecchiare e interpretare come pochi altri autori gli slanci, le contraddizioni e i cambiamenti dell'Italia moderna. Nel 1991 riceve il Leone alla carriera alla Mostra di Venezia e nel 2005 il David speciale.