Tina Anselmi (Castelfranco Veneto, 1927-2016) nasce in una famiglia cattolica antifascista. Il suo impegno civile e politico, iniziato con la Resistenza, cui prende parte come staffetta partigiana, prosegue dopo la guerra nel sindacato e all’interno della Democrazia cristiana. Si laurea in Lettere all’Università Cattolica di Milano e diviene insegnante nella scuola elementare. Eletta alla Camera dei Deputati nel 1968 e riconfermata fino al 1992, nel 1976 è nominata ministro del Lavoro, prima donna in Italia a ricoprire tale incarico. Regge in seguito per due volte il ministero della Sanità, dal marzo 1978 all’agosto 1979, e compare fra gli autori della riforma che introdusse il Servizio sanitario nazionale. È poi nominata presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2 e della Commissione sulle conseguenze delle leggi razziali sulla comunità ebraica. Nel corso della sua carriera politica fa parte anche delle commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali. Si occupa molto dei problemi della famiglia e della donna: si deve a lei la legge sulle pari opportunità. Nel 2004 promuove la pubblicazione di un libro intitolato Tra città di Dio e città dell’uomo. Donne cattoliche nella Resistenza veneta (Istresco).