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L' ebreo nella soffitta. La discriminazione degli ebrei parmensi 1938-1943 - Fiorenzo Sicuri - copertina
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L' ebreo nella soffitta. La discriminazione degli ebrei parmensi 1938-1943
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L' ebreo nella soffitta. La discriminazione degli ebrei parmensi 1938-1943 - Fiorenzo Sicuri - copertina
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Descrizione


Il saggio ripercorre le vicissitudini della piccola comunità ebraica parmense in conseguenza delle leggi antiebraiche del 1938 e ne ricostruisce la storia sino al 1943, soprattutto attraverso le fonti di polizia e in particolare i periodici rapporti dei questori al ministero dell'Interno. La discriminazione e la persecuzione degli ebrei comportarono numerose misure vessatorie, fra cui l'esclusione dalle scuole di alunni e professori ebrei; la proibizione degli impieghi pubblici e dell'esercizio di numerose professioni; i sequestri o le confische dei beni degli ebrei agiati; l'espulsione dal Partito Nazionale Fascista, dalle associazioni ricreative, dalle accademie e dagli istituti culturali. Dopo avere determinato le dimensioni quantitative dell'ebraismo parmense e il suo atteggiamento nei confronti del regime fascista, lo studio fornisce informazioni sugli effetti locali delle leggi antisemite, sul clima di sostanziale indifferenza in cui avvenne la discriminazione, sulla propaganda antisemita nella provincia e sui contrapposti comportamenti di violenza o di solidarietà che le leggi antiebraiche provocarono; esamina inoltre l'atteggiamento delle gerarchie della chiesa cattolica locale. Si mostra così un inquietante spaccato della storia di una tranquilla provincia padana.
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Dettagli

2011
26 aprile 2011
89 p., Brossura
9788862612173

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vitaliano bacchi
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Il pregio dell'opera sta nella mirabile analisi sociale e culturale del fenomeno dell'antisemitismo introdotto dalla legislazione fascista sulla razza. Una delle poche opere in materia che esponga rigorosamente una verità non sempre facilmente rilevabile e cioè che la comunità ebraica di Parma prestò ampio consenso al fascismo fino alle leggi razziali. Argomento difficile da trattare, ma esposto da Sicuri con esatta e documentata analisi dei nomi delle famiglie e degli esponenti che aderirono al fascismo prima della svolta razzista del 1938. Ebraismo non equivalse ad antifascismo, quindi, secondo questa colta analisi sociologica del fenomeno e probabilmente l'evoluzione del fascismo in senso franchista anziché nazionalsocialista avrebbe assicurato la permanenza nella classe dirigente del littorio romano di una ampia rappresenta giudaica aderente alla "rivoluzione" dei fasci fin dalla sua nascita. Commuove e affascina l'esame partecipato e sofferto di casi emblematici della disperazione e della tragedia di una comunità e di un popolo devastato da una inspiegabile e irrazionale persecuzione fondata su un sistema giuridico ridotto a codice vergognoso di una ideologia di sopraffazione priva di ogni razionale fondamento. La bastonatura insensata ed immotivata in piazza a Parma, nell'ottobre del 1941 da parte di una squadra fascista dell'avvocato Alberto Vigevani, esemplifica la odiosa e balorda violenza contro l'ebreo considerato responsabile di ogni rovina soprattutto nel periodo bellico in cui l'imminenza del disastro era ormai palese. La denuncia della collusione delle autorità statali e di polizia, come l'ultimo questore fascista di Parma Francesco Spanò, zelante nel sollecitare i carabinieri ad "intensificare la vigilanza nei confronti degli ebrei" o il prefetto Zingale evidenzia come dietro la deportazione nei campi di sterminio di settanta ebrei di Parma oltre che l'apparato fascista vi fosse anche lo zelo del pattume borghese insediato nei posti di comando.

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