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Il rapporto con l'Europa è stato e rimane il versante principale della politica estera americana. L'America infatti nasce in contrapposizione all'Europa ai suoi valori e alla sua tradizione politica. L'eccezionalismo americano così come il manifest destiny quale motore della politica statunitense sono il prodotto di un rapporto critico e talvolta conflittuale con quell'Europa di cui l'America continuerà per molti anni a subire l'attrazione e a sentirsi culturalmente tributaria. Sulla base di tali premesse si sviluppa il lavoro di Mammarella prendendo le mosse dai sentimenti antieuropei che animarono la Rivoluzione e dai timori nei confronti di un complotto antiamericano. Anche il passaggio dalla costituzione confederale del 1777 a quella federale di dieci anni dopo discese almeno in parte dalla necessità di rispondere in modo più unitario ed efficace alle potenze europee. Proseguendo nella ricostruzione storica Mammarella si sofferma prima sul famoso Farewell Address di George Washington dichiarazione di neutralità americana e presa di distanza dalla politica europea e poi sulla dottrina Monroe vera e propria linea divisoria attraverso l'oceano e sui profeti dell'impero di fine Ottocento (la nuova politica di espansione ebbe infatti una sorta di preparazione ideologica e dottrinale). Si giunge così al Novecento e ai progetti internazionali dei democratici americani da Wilson a Roosevelt dal grand design kennedyano (che mirava a fare del Mercato comune europeo un'appendice di un grande mercato atlantico controllato dagli Stati Uniti) all'interventismo democratico dei neoconservatori ex liberal. La prospettiva analitica finisce tuttavia per affievolirsi lasciando il campo alla sintesi evenemenziale ma si tratta in ogni caso di una lettura interessante e ricca di spunti di riflessione.
Giovanni Borgognone
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