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La prospettiva dell'atuore è della fraternità e reciprocità evitando nelle esperienze economiche il solo principio dello scambio. Si richiama ai principi cardine della dottrina sociale Chiesa: centralità della persona umana; solidarietà; sussidiarietà; bene comune. Altro nodo da sciogliere riguarda la efficienza/solidarietà/equità/reciprocità/fraternità soprattutto riguardo al lavoro e al welfare. Quindi lo homo oeconomicus cagiona danni salvo si guardi all’impresa come associazione nelle tre dimensioni costitutive della libertà che vanno tenute assieme e cioè: l’autonomia, l’immunità e la capacitazione. Va attribuita una soggettività economica alla società civile, rifondando l’approccio al terzo settore e curando i knowledge work, la manutenzione dei titoli di studio, la riqualificazione, il mutamento profondo del concetto di formazione che è valorizzazione della risorsa umana. La persona si attua solo nell’incontro (R.Guardini) nel bisogno fondamentale di reciprocità. La differenza tra dono e scambio di equivalenti sta nell'assenza di contratto, cioè nell’assenza di una garanzia a favore del donatore, presupponendo una grande fiducia, generando legami di fiducia, nella concezione del dono come munus, regalo, per impegnare l’altro. Nella conclusione: occorre imparare dal mondo delle piante, poichè la disseminazione consente alle specie vegetali di riprodursi e di perpetuarsi . Conclude con i versi di Parmos, Holderlin «Vicino è il Dio, ma difficile è afferrarlo. Ma là dove c’è il rischio, cresce anche ciò che salva» . Tante tesi e idee.
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