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scheda di Longhi, M., L'Indice 1994, n. 6
Con questo volume l'autore intraprende un ambizioso programma di ricerca sui temi della distribuzione e della giustizia, così come sono stati affrontati nella storia del pensiero economico. Alla base di tale progetto sta l'idea di rivisitare le posizioni di giustizia distributiva sulle quali da sempre gli economisti sono stati messi alla prova, e non solo dopo il lavoro di John Rawls degli anni settanta. Tuttavia la lettura che viene compiuta è già attenta al dibattito contemporaneo in tema di 'public choice', e questo spiega l'abbondanza (non solo nell'apparato bibliografico) di riferimenti alla letteratura secondaria pertinente ai temi della razionalità, delle preferenze, della moralità, tanto a livello individuale, quanto a livello di decisioni collettive. Si legge nell'introduzione: "La questione drammatica sul tappeto è la solita: come si può giudicare l'accettabilità collettiva di una soluzione distributiva, se ad esempio non tutti gli individui componenti la collettività sono d'accordo su quella soluzione?".
Nello sforzo di isolare il punto di vista degli economisti su questi temi - che attraversano considerazioni di etica, di filosofia politica, di sociologia - le coordinate della lettura di Villani sono quelle dell'utilitarismo e del contrattualismo. Così, ad esempio, accanto a una mirata ricostruzione delle posizioni dello Smith filosofo ed economista sui temi dell'equità e della distribuzione, viene discusso il problema (il cosidetto dibattito West-Stigler) riguardante la razionalità del momento pubblico (politico e legislativo): "Riesce difficile vedere Smith come contrattualista: non solo con riferimento al modello storico, ma anche concettuale, come sostenitore del 'contratto sociale' quale ipotesi teorica. E se non c'è un contratto, in che modo gli individui possono compiere una scelta collettiva, una opzione pubblica, politica, in nome del self interest?". Analogamente, l'itinerario intellettuale di Mill è analizzato per confronto con il socialismo di Saint-Simon e Fourier, e con l'utilitarismo di Bentham, per vedere come la determinazione della giustizia coniughi interesse collettivo e interesse individuale: "Con un simile modello [di democrazia rappresentativa] scompare il ruolo diretto e autonomo degli individui nel valutare il rapporto tra comportamenti e loro conseguenze in termini di utilità".
Quali le conclusioni raggiunte circa questi due classici del pensiero? "Ci troviamo anche in Mill come in Smith: non solo l'intricata commistione di analisi microeconomica e di analisi macroeconomica, ma anche l'introduzione nel testo di ricerca economica di giudizi morali che ivi non vengono n‚ fondati, n‚ sviluppati". Ma la fertilità del pensiero di questi maestri, e la loro influenza sulle posizioni del dibattito contemporaneo, sono tali da meritarne una rivisitazione e un recupero.
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