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Anna Barsotti, già curatrice delle due fondamentali edizioni di Eduardo per l'Einaudi, Cantata dei giorni dispari e Cantata dei giorni pari, nonché autrice di due volumi sul grande attore, drammaturgo e capocomico napoletano (Eduardo drammaturgo fra mondo del teatro e teatro del mondo e Introduzione a Eduardo), si consacra qui a una ricostruzione del percorso esistenziale-artistico dell'artista, per il quale lo "spazio del teatro" è stato da sempre "il campo d'azione quotidiano e famigliare", al punto da essere più reale di quello della vita. Tale ricostruzione, accurata, analitica e ricca di citazioni (dai testi e dalla critica), è confortata da un video dove il sapiente montaggio di interviste, racconto autobiografico e letture di testi lascia direttamente la parola a Eduardo e alla sua personalissima mimica. Emerge la figura di un artista in costante evoluzione, per cui crescere in una famiglia come quella di Eduardo Scarpetta sarà fondamentale, così come il rapporto coi fratelli Peppino e Titina, anche se il legame fortissimo con la tradizione sarà accompagnato dal desiderio di innovazione. Eduardo, infatti, intraprende via via un percorso sempre più personale, come emerge dall'analisi delle sue prove drammaturgiche svolta da Barsotti, influenzate dagli incontri o dagli avvenimenti. Fondamentale l'incontro con Pirandello, che gli offrirà lezioni di scrittura scenica. Una scrittura, quella di Eduardo, in perenne trasformazione proprio perché scenica in quanto in essa l'artista "ha cercato di predisporre l'incontro fra testo e rappresentazione". Ma anche l'esperienza della guerra e del dopoguerra influenzeranno l'autore che con Napoli milionaria (1945) creerà un'opera di frontiera, in cui il conflitto individuo-società è particolarmente evidente. Negli anni a seguire, in cui svilupperà la sua "drammaturgia della comunicazione", l'artista porrà in evidenza anche il precario limite tra finzione reale e vita artificiale. In tutto il suo percorso il pubblico sarà un elemento fondamentale: la sua recitazione tra affabulazione e silenzi, analizzata nell'ultimo capitolo, mostra l'importanza di "agganciarlo". In questo Eduardo, dietro la sua apparente recitazione naturale, era maestro, perché "Puoi far teatro se tu sei teatro, / perché il teatro nasce dal teatro / e quando è puro non consente giochi: / l'albero è uno e i frutti sono pochi".
Maria Riccarda Bignamini
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