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Anno edizione: 2006
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
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Passo dopo passo Ziemer ricostruisce l’itinerario formativo del giovane tedesco volto al suo destino militare e, in capitoli alternati, quello della giovane quale futura prolifica madre di figli per il Führer. In Italia il testo arrivò nel ’44 con l’esercito alleato, in una traduzione riproposta oggi dalle edizioni Città Aperta, con una bella introduzione di Bruno Maida. Ad un primo superficiale livello di lettura possiamo considerarlo come un esempio significativo di una propaganda di guerra, da parte alleata, efficace e nello stesso tempo seria e ben documentata. Non a caso il testo costituì la base per la sceneggiatura di due produzioni filmiche con chiaro intento di supporto allo sforzo bellico statunitense. Ziemer, ci offre soprattutto la testimonianza di un educatore democratico americano, uno “straniero” rimasto in Germania fino alla vigilia dell’ingresso degli USA in guerra. Il curricolo educativo nazista, ripercorso diacronicamente, nei suoi principi teorici e nella sua pratica realizzazione, viene mostrato in tutta la sua drammatica efficienza e brutalità. Dalla rigorosa selezione prenatale (le sterilizzazioni forzate per motivi razziali, politici, fisici e psichici) al continuo controllo fin dai primi mesi di vita di una effettiva educazione, da parte delle madri, al culto di Hitler e della razza nella direzione di una uniformità assoluta di un intero popolo. La rigida separazione educativa dei due sessi: le ragazze destinate alla procreazione, anche al di fuori del matrimonio, di giovani ariani; i ragazzi ad un duro addestramento militare che progressivamente svuota e sostituisce ogni contenuto culturale e scientifico. Il paganesimo con il culto del capo che diventa il nuovo Redentore; l’assuefazione alla violenza e all’idea di morte. Il meticoloso inquadramento di ogni fase della vita in organizzazioni pre e para militari con i loro riti iniziatici e il loro progressivo prevalere sulla stessa istituzione scolastica. E non ultimi i dubbi di un educatore sul destino della scuola democratica.
Molto interessante e ben scritto. Un punto di vista originale e "dall'interno" su un mondo del quale è ormai stato scritto tantissimo.
Recensioni
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Ricompare un volume scritto negli anni trenta e pubblicato nel 1941 presso Oxford University Press da un osservatore di eccezione Gregor Ziemer giornalista ed educatore direttore della scuola americana di Berlino. Si tratta di un viaggio all'interno delle scuole della Germania di Hitler alla ricerca di riscontri per l'assunto promosso e diffuso dal regime in virtù del quale il sistema educativo nazionalsocialista non era da intendersi se non come il risultato di un'opzione pedagogica derivante dalla lotta politica per l'affermazione del principio razziale. L'autore descrive gli effetti del passaggio da un sistema scolastico e formativo conservatore a uno totalitario. Mentre i maschi vengono forgiati al principio del combattimento per la stirpe le donne si trasformano in fattrici di prole e levatrici di soldatini. Due sono le parole che più si attagliano alla bisogna: il sostantivo Fanatiker e l'aggettivo fanatisch. In buona sostanza il libro è un reportage sull'entropia della didattica e sulla corruzione dei presupposti della libera socialità. Più un lavoro da etologo che non da pedagogista quindi. Rimandi involontari e inconsapevoli alle riflessioni di un contemporaneo il filologo Viktor Klemperer consegnate alle amare caustiche e profonde pagine vergate sotto la minaccia della forca che compongono opere come Lingua Tertii Imperii e Testimoniare fino all'ultimo. Il testo di Ziemer non privo di un'impostazione informata alla retorica dell'umanitarismo e spesso redatto con stile romanzesco per rendere più verace il racconto divenne il volano per una campagna propagandistica promossa dagli alleati a cominciare dal 1943 contro la "barbarie nazista".
Claudio Vercelli
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