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Educazione alla morte. Come si crea un nazista
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Educazione alla morte. Come si crea un nazista - Gregor Ziemer - copertina
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Educazione alla morte. Come si crea un nazista

Descrizione


Il volume tratta del modello scolastico, l'educazione i riti e l'inquadramento della gioventù studentesca durante il Terzo Reich. L'autore, che negli anni Trenta era direttore della scuola americana a Berlino oltre che corrispondente del "New York Herald", del "Chicago Tribune" e del "Daily Mail" londinese, traccia in questo libro una sorta di reportage. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, Ziemer ebbe dal ministro all'Educazione nazista, Bernard Rust, il permesso di visitare le scuole tedesche dei diversi gradi, nonché le varie associazioni della gioventù e organizzazioni assistenziali. Lì raccolse interviste, commenti e impressioni di direttori, insegnanti, allievi e membri delle organizzazioni.
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Dettagli

2006
16 gennaio 2006
176 p.
9788881372331

Valutazioni e recensioni

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Gianmaria
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Passo dopo passo Ziemer ricostruisce l’itinerario formativo del giovane tedesco volto al suo destino militare e, in capitoli alternati, quello della giovane quale futura prolifica madre di figli per il Führer. In Italia il testo arrivò nel ’44 con l’esercito alleato, in una traduzione riproposta oggi dalle edizioni Città Aperta, con una bella introduzione di Bruno Maida. Ad un primo superficiale livello di lettura possiamo considerarlo come un esempio significativo di una propaganda di guerra, da parte alleata, efficace e nello stesso tempo seria e ben documentata. Non a caso il testo costituì la base per la sceneggiatura di due produzioni filmiche con chiaro intento di supporto allo sforzo bellico statunitense. Ziemer, ci offre soprattutto la testimonianza di un educatore democratico americano, uno “straniero” rimasto in Germania fino alla vigilia dell’ingresso degli USA in guerra. Il curricolo educativo nazista, ripercorso diacronicamente, nei suoi principi teorici e nella sua pratica realizzazione, viene mostrato in tutta la sua drammatica efficienza e brutalità. Dalla rigorosa selezione prenatale (le sterilizzazioni forzate per motivi razziali, politici, fisici e psichici) al continuo controllo fin dai primi mesi di vita di una effettiva educazione, da parte delle madri, al culto di Hitler e della razza nella direzione di una uniformità assoluta di un intero popolo. La rigida separazione educativa dei due sessi: le ragazze destinate alla procreazione, anche al di fuori del matrimonio, di giovani ariani; i ragazzi ad un duro addestramento militare che progressivamente svuota e sostituisce ogni contenuto culturale e scientifico. Il paganesimo con il culto del capo che diventa il nuovo Redentore; l’assuefazione alla violenza e all’idea di morte. Il meticoloso inquadramento di ogni fase della vita in organizzazioni pre e para militari con i loro riti iniziatici e il loro progressivo prevalere sulla stessa istituzione scolastica. E non ultimi i dubbi di un educatore sul destino della scuola democratica.

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Antonio Lo Nardo
Recensioni: 4/5

Molto interessante e ben scritto. Un punto di vista originale e "dall'interno" su un mondo del quale è ormai stato scritto tantissimo.

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Recensioni

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Voce della critica

Ricompare un volume scritto negli anni trenta e pubblicato nel 1941 presso Oxford University Press da un osservatore di eccezione Gregor Ziemer giornalista ed educatore direttore della scuola americana di Berlino. Si tratta di un viaggio all'interno delle scuole della Germania di Hitler alla ricerca di riscontri per l'assunto promosso e diffuso dal regime in virtù del quale il sistema educativo nazionalsocialista non era da intendersi se non come il risultato di un'opzione pedagogica derivante dalla lotta politica per l'affermazione del principio razziale. L'autore descrive gli effetti del passaggio da un sistema scolastico e formativo conservatore a uno totalitario. Mentre i maschi vengono forgiati al principio del combattimento per la stirpe le donne si trasformano in fattrici di prole e levatrici di soldatini. Due sono le parole che più si attagliano alla bisogna: il sostantivo Fanatiker e l'aggettivo fanatisch. In buona sostanza il libro è un reportage sull'entropia della didattica e sulla corruzione dei presupposti della libera socialità. Più un lavoro da etologo che non da pedagogista quindi. Rimandi involontari e inconsapevoli alle riflessioni di un contemporaneo il filologo Viktor Klemperer consegnate alle amare caustiche e profonde pagine vergate sotto la minaccia della forca che compongono opere come Lingua Tertii Imperii e Testimoniare fino all'ultimo. Il testo di Ziemer non privo di un'impostazione informata alla retorica dell'umanitarismo e spesso redatto con stile romanzesco per rendere più verace il racconto divenne il volano per una campagna propagandistica promossa dagli alleati a cominciare dal 1943 contro la "barbarie nazista".

Claudio Vercelli

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