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L’universo poetico che si presenta nel testo di Luca Olivieri colpisce immediatamente per l’abbagliante intensità delle immagini. Il poeta vive una realtà costituita da ampie fonti di luce, laghi ghiacciati, superfici specchianti, rami di rose e fiori pregiati che spaccano la pietra di antichi portali e costruzioni funebri. È una poesia che procede per folgorazioni di inusitata potenza, delle quali il poeta abbagliato avverte l’insopprimibile richiamo, non con la gradualità di un viaggio, bensì tramite una violenta penetrazione volta a dissolversi, che trasmette al lettore l’esperienza di essere inghiottito e disfatto da lampi di sontuosa bellezza. E’ questo uno dei motivi principali che attraversa la poesia di Luca Olivieri: il senso della dissolvenza, laddove le lastre di ghiaccio e gli specchi luminosi divengono torbidi quanto ammalianti vortici, che cedono sotto i piedi del poeta avvolgendolo nelle lucide volute della comunione con l’universo tutto. Il dissolversi del poeta, gli permette di rinunciare alla sua forma umana e di rinascere come creatura ibrida e nuova: dall’unione della ragione poetica,il cui strumento principe è l’amore del bello, e dall’universo meraviglioso e cangiante, continuamente attraversato da schegge di luce, la creatura al cui sviluppo assistiamo è sorprendentemente composta di metallo ed elettricità, il lampo della cui energia è folgorante. Le vibrazioni espresse in “Elektro-Poems” la plasmano, parto di una madre telematica che perviene al mondo attraverso condotti di energia a 10000 volt. Eppure non c’è fretta in questo suo venire al mondo: la rete concede al poeta, come un drago interstellare, di spaziare, di continuare a perdersi, di incarnarsi in ogni atomo vibrante dell’universo, mentre intensamente, dolorosamente, mette a punto la sua nuova essenza: è la nuova Chimera Tecnologica.
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