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Quando si dice: accrescere la coscienza critica collettiva. Questo volume è scritto da giornalisti che si interrogano sulla rete, sulle opportunità e le minacce di Internet. Da anni entrambi, il primo direttore di Kataweb.it, testata del Gruppo Editoriale L’Espresso, il secondo inviato di Repubblica.it, raccontano quello che vedono “sulla” rete, con l’occhio distaccato e curioso di chi ha la passione per il proprio mestiere (ho conosciuto Massimo vent’anni fa, agli inizi della sua carriera, ed è sempre stato così). Con questo saggio non si limitano alla superficie, procedono drilling down, scavano, vanno in profondita e raccontano quello che succede “nella” rete. Cercano di scoprire i materiali con cui sono costruite le fondamenta, gli elementi di tenuta del sistema e le condizioni di fragilità dei gangli vitali del web. Partono da un presupposto soggettivo che è la trasformazione della loro stessa professione. Per questo nella lettura si percepisce il coinvolgimento personale e vissuto, la consapevolezza che il destino comune dell’umanità rispetto ad Internet ha alcune frontiere più avanzate e su queste frontiere i giornalisti sono senza dubbio asserragliati. In qualche caso, coscientemente. In qualche caso, meno. Ecco allora che i due autori puntano a mettere a disposizione gli elementi fondanti per una coscienza critica, demolendo alcuni dogmi e vagliando l’intero impianto. Minano la mistica dell’innovazione, dimostrano quanto potenti siano gli intermediari della conoscenza sul web, con la condizione di “onnipotenza” di Google, spiegano bene perché “il tubo non è neutrale” e si interrogano sull’effettiva possibilità di un racconto alternativo.
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