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Devo dire la verità? Era da tempo che non ridevo di tanto gusto. Tartaglia insulta in modo geniale Umberto Eco, Montale, Ungaretti, ma anche Fichte e Schopenhauer. A volte, quando sono arrabbiato, mi ripeto a denti stretti le sue litanie e la rabbia fa presto a scomparire. Da leggere un po' come quei monaci medievali di cui parla Huizinga che si divertivano a ingiuriare Dio soltanto per sentirglisi più vicini.
Strano prete Ferdinando Tartaglia, sospeso ad divini e poi scomunicato, teorizzava una novità nuova che superasse il problema di Dio e non Dio. La poesia ha accompagnato tutto il suo percorso di pensatore, ed è un unicum, è difficile paragonarla alla poesia coeva, niente ermetismo, ma forse un riferimento all’illuminismo di Alfieri e Parini, le poesie migliori mi sembra abbiano qualcosa di Juan de La Cruz, quelle peggiori degli autori bizantini, come Giovanni Damasceno. Prima della morte gli è stata tolta la scomunica.
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