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recensione di Andaloro, M., L'Indice 1985, n. 5
Nei confronti di precedenti opere sull'estetica bizantina, fra le quali vanno almeno ricordate "Esthetique de l'art byzantin* di P.A. Michelis (1959) e "Byzantine Aesthetics" di G. Mathew (1963), questa, più recente e d'uno studioso russo, si distingue per non pochi tratti. Innanzitutto la connota l'affondare le radici nell'universo culturale d'appartenenza, in quegli studi e ricerche intorno alla patristica, teologia, filosofia ed estetica bizantina che nell'Unione Sovietica stanno conoscendo proprio negli ultimi decenni un risveglio alquanto vivace. Questo l'humus del libro. Nucleo generatore e al tempo stesso sottile quanto persistente filo d'Arianna sono da una parte la coscienza della continuità fra estetica bizantina e mistica russa, dall'altra la tensione volta a coglierne le affinità colle moderne teorie dell'arte sul filo della dimensione psicologica e della polisemicità del segno figurativo che, di contro ai caratteri-oggettivi e mimetici- della concezione estetica classica, costituiscono elemento distintivo di quella bizantina. La quale, com'è noto, non è sistematica n‚ lo diventa nelle pagine di Byckov. Quest'ultimo, invero, con una trattazione- essa sì sistematica-la snoda davanti alla nostra attenzione quale percezione e pensiero consapevoli (seppure mai organismi concettualizzati), tuttavia forti al punto da permeare le espressioni più svariate della cultura e persino della vita, e ne rintraccia i lineamenti ovunque si celino: vuoi nella riflessione teorica, vuoi nel compiersi dell'arte, specie di quella figurativa, che, fra tutte, appare la manifestazione idonea a rispecchiarli con maggiore e suggestiva vitalità. Accade perciò che categorie come il "sublime", tematiche quali quelle della "luce", del "canone iconografico" o "cromatico", non vengano ovviamente scoperti, quanto piuttosto snidati e accompagnati nel loro percorso - dal versante gnoseologico alla sfera estetica - colla guida di una strategia metodologica rigorosa ma duttile a cogliere spunti e apporti anche dai campi della psicologia della percezione e dello strutturalismo.
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