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Dopo quasi due decenni dedicati a studiare e a divulgare la necessità di coniugare Etica ed Economia per promuovere un equilibrato sviluppo nel pianeta, Tullio Chiminazzo, riaffermando i numerosi progetti di economia reale già codificati (tra i più importanti: Progetto "Scambio di capacità imprenditoriali", Progetto "Villaggi Impresa", Progetto "Globalizzazione della Solidarietà", Progetto "1% - L'impresa strumento di solidarietà internazionale" - De-Tax"), propone in questo nuovo lavoro un approfondimento della sua visione ideale. Riflessioni sullo scenario macroeconomico della globalizzazione assumono la forma di teorie vere e proprie da applicare per rendere possibile un miglioramento dei destini del mondo. Nella società post-industriale della conoscenza si impone a tutto tondo la Persona, contemporaneamente protagonista e destinataria di ogni gesto economico. Ognuno di noi, nella consapevolezza della propria cultura e del valore delle diversità, è chiamato ad assumere la propria responsabilità, affinché povertà ed ingiustizia vengano debellate e vi sia per tutti la prospettiva di un futuro vivibile. La solidarietà è la discriminante che rende possibile un'equa soluzione del problema distributivo della ricchezza, intesa solo secondariamente in quanto possesso di beni materiali, quanto primariamente come possibilità di partecipazione alla conoscenza. L'emancipazione dalla povertà e da qualsiasi forma di inferiorità passa necessariamente attraverso la volontà di ciascuno di condividere non il frutto tangibile del proprio lavoro ma quello della propria esperienza. Da qui il valore del fare come parte integrante dell'essere in contrapposizione all'avere sterile, e la possibilità contemporanea per ciascuno della realizzazione del sé e la valorizzazione dei propri talenti per la crescita e la conservazione dell'intera famiglia umana. In quest'ottica emerge la figura cardine dell'imprenditore, capace di produrre ricchezza per sé e per la comunità di riferimento, il quale nella sua pienezza di realizzazione esplicita completamente il suo ruolo sociale. La solidarietà, dunque, acquista il suo vero significato: non beneficenza, non filantropia, non regalia infeconda che niente produce se non il momentaneo soddisfacimento di un bisogno reale o indotto ponendo in condizione di gratitudine, se non di inferiorità, chi la riceve, ma vero dono di sé, del proprio tempo e del proprio patrimonio di vita. Il confronto con altre teorie e idealità permette all'autore di fondare maggiormente la propria visione e, in contrapposizione dialettica innanzitutto con l'universo politico, ma anche con il mondo del sociale nelle sue diverse manifestazioni, ribadendo il principio della sussidiarietà, propone le proprie soluzioni.
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