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Recensioni Evenings at the Village Gate

Evenings at the Village Gate di John Coltrane
Recensioni: 5/5
Del tutto inedito. Travolgente. E con due rarità in assoluto: al quadro della breve e incandescente stagione di Eric Dolphy al fianco di John Coltrane si aggiunge un tassello unico nel suo genere.
Nell'estate del 1961, John Coltrane si esibiva nel celebre locale jazz di New York, The Village Gate. Nel mettere in scena una formazione completata da McCoy Tyner al piano, Reggie Workman al contrabbasso, Elvin Jones alla batteria e dall’incendiario Eric Dolphy, Evenings at the Village Gate coglie lo spirito creativo e innovatore del tandem Coltrane-Dolphy e di un quintetto in rapida evoluzione quanto di breve durata. Dopo memorabili serate in un altro club (il Village Vanguard) e un tour europeo, Dolphy lasciò il gruppo – e un’impressione indelebile nella memoria degli appassionati.
Scoperte di recente negli archivi della New York Public Library for the Performing Arts, le registrazioni contenute nell’album – effettuate all’epoca dal tecnico del suono Rich Alderson come parte di una prova di registrazione per testare il nuovo impianto del club – erano state perdute, ritrovate, e infine smarrite di nuovo nei meandri del gigantesco archivio. In una qualche maniera, questo tortuoso percorso verso la luce sembra rispecchiare il complesso evolvere della musica di Coltrane in quell’agosto del 1961. Due le rarità: l’unica versione dal vivo conosciuta di “Africa” (con Art Davis come secondo contrabbasso) e una devastante versione del classico “Impressions” interpretata al sax soprano.
Ad accompagnare la pubblicazione saranno due saggi firmati da due fra quanti parteciparono a quelle serate: il contrabbassista Reggie Workman ed il tecnico del suono Rich Alderson. In più, lo storico Ashley Kahn e due straordinari sassofonisti come Branford Marsalis e Lakecia Benjamin offrono a loro volta contributi preziosi ed illuminanti su queste storiche registrazioni.)
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