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Anno edizione: 2022
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«È questo che un corpo può fare per un altro corpo: rivelare una libertà condivisa, che penetra sotto pelle.»
«Un libro essenziale per i tempi incerti in cui ci troviamo» – The Washington Post
«È raro trovare un libro che descriva le emozioni in modo così preciso e naturale» – The New Yorker
«L'ultimo anno del Novecento, vidi un annuncio in un'erboristeria di Brighton. Era rosa, incorniciato da una greca di cuori disegnati a mano, e annunciava sfrontatamente che qualsiasi sintomo, dal mal di testa al raffreddore alla rabbia o alla depressione, fosse attribuibile all'energia rimasta bloccata di traumi avvenuti in passato, che la psicoterapia fisica poteva sciogliere e rimettere in circolo. Sapevo che era un'affermazione a dir poco controversa, ma mi stuzzicava l'idea di concepire il corpo come un magazzino di angoscia emotiva. Fin da bambina avevo avuto la netta sensazione di trattenere qualcosa, di essermi ripiegata su un'infelicità misteriosa, di cui non riuscivo a individuare una causa precisa. Ero così rigida e tesa che scattavo come una trappola per topi appena qualcuno mi sfiorava. Qualcosa era rimasto bloccato e volevo, ansiosamente, liberarlo. Avevo ventidue anni quando cominciai a frequentare lo studio di Anna e il corpo era al centro dei miei interessi. Quando si parla di corpi, soprattutto nella cultura pop, spesso si affronta una serie di temi molto circoscritta, perlopiù legata alla loro apparenza o al loro mantenimento in salute. Il corpo inteso come un insieme di superfici dall'aspetto più o meno gradevole. Il corpo perfetto, irraggiungibile, così splendente e levigato da risultare praticamente alieno. Come nutrirlo, come lucidarlo, l'infinità di modi costernanti in cui può rivelarsi inadatto o insufficiente. Ma l'elemento del corpo che più mi interessava era l'esperienza di viverci dentro, di abitare un veicolo catastroficamente fragile, preda inaffidabile di piacere e dolore, odio e desiderio.»
Tutto è corpo, il corpo è tutto. Il corpo ci rende potenti e vitali, ci umilia e ci offende. Il corpo è una vittima. Il corpo è un oppressore. Il corpo è violato, straziato, ucciso. Il corpo è arma di protesta, strumento di piacere. Il corpo nasce, soffre, gode, muore. Il corpo è vulnerabile; ma la vulnerabilità del corpo è una forza di liberazione. Olivia Laing ha capito di essere corpo innumerevoli volte nel corso della sua vita: ogni volta che è scesa in piazza a manifestare, in ogni rapporto sessuale, ogni volta che ha temuto per la sua incolumità. Soprattutto, però, lo ha capito grazie alla scrittura: Everybody è un viaggio personale, letterario e politico attraverso i corpi, nell'incontro e confronto con chi prima di lei e accanto a lei ne ha subito i limiti e sperimentato le possibilità, da Susan Sontag a Nina Simone, dall'arte femminista di Ana Mendieta alle perversioni del marchese de Sade, fino alle proteste di Black Lives Matter. Quella di Olivia Laing è una grande narrazione collettiva sul corpo come motore di unione e trasformazione: perché è solo nel corpo, e con il corpo, che esiste sulla Terra il mutamento.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Come in “Città sola” anche in “Everybody”, Olivia Laing crea un libro “ibrido” affascinante, composto da aneddoti, esperienze personali, esempi tratti dall’ attualità e molto altro. La miscela è davvero originale. La scritta sulla copertina è “ smontabile”, fa riferimento al sottotitolo che descrive “ un libro sui corpi e sulla libertà”. L’ autrice indaga il nostro rapporto con il corpo, il nostro modo di considerarlo, di viverlo, di rapportarci con le sue esigenze. Il corpo è portato nella storia, intriso di storie e di storia. Trovo che, alla luce di ciò che viviamo, sia utilissimo riflettere su alcune considerazioni della Laing stessa: “Penso che il peso della storia risieda nei nostri corpi individuali […] Al tempo stesso siamo porosi e capaci di effetti misteriosi sulle vite gli uni degli altri.” Tra le pagine sia legge di due Simone. Simone Weil afferma: “La riduzione di una persona a cosa è la formula base di qualsiasi violenza. Nina Simone afferma poco dopo: “Ti dico cos’ è la libertà per me. Nessuna paura! Intenso davvero nessuna paura.” Olivia conclude con parole altrettanto luminose ed illuminanti: “Questo il corpo può fare per un altro corpo: rivelare una libertà condivisa, che penetra sotto pelle.” Poi ancora: “Immaginate, per un momento, che cosa significhi abitare un corpo senza nessuna paura, senza bisogno di alcuna paura. Immaginate cosa potremmo fare. Immaginate soltanto il mondo che potremmo costruire.” Sarebbe un mondo meraviglioso!
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