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Durante la lunga fase londinese, interrotta negli anni da una serie di soggiorni a Parigi, Roma, Milano, Ginevra, Genova, Lugano (dove si trasferirà dal 1868) e in Toscana, Mazzini stringe una fitta rete di contatti, mantenendosi in equilibrio fra liberali e radicali britannici. Non cessa mai di lavorare per l'indipendenza italiana e un'alternativa europea agli Asburgo: cosa che emerge dai rapporti con Herzen o da quelli, peraltro difficili, con Kossuth, al pari di Manin ostile a quell'attivismo cospirativo che il patriota ligure ritiene un'imprescindibile palestra politica. Amico di Thomas Carlyle, tra i principali corrispondenti Mazzini ha la famiglia Ashurst cui invia ottocento lettere in prevalenza di tema politico, confluite nell'Edizione nazionale degli scritti e Kate Hill, foreign reader presso la libreria di Charles Edward Mudie. A lei manda 414 lettere di tema vario, qui pubblicate per la prima volta (con ottime note esplicative, senza traduzione) insieme ad altre, destinate spesso ad Angelo Bezzi, uno scultore repubblicano, marito di Kate. In questi scritti, che sono a volte semplici biglietti, Mazzini dà prova sia d'ironia, sia di passione politica, come quando definisce il gruppo di Gioberti "the most servile, Machiavellian set of men". Continuerà la lotta per la repubblica fino alla morte, sopraggiunta a Pisa nel 1872, in una prospettiva nazionale ed europea: fondando l'Alleanza repubblicana universale (1866), ma anche addolorandosi per la defezione di Crispi, che si accoda ai Savoia, e per la remissività di Garibaldi a Teano verso il re.
Daniele Rocca
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