In 8 (cm 20,5 x 24), pp. (16) con riproduzioni fotografiche in bianco/nero. Brossura editoriale con leggero alone ai margini del piatto anteriore. Elegante pubblicazione con testo, anonimo, relativo al Concorso per il Rifacimento della facciata della Basilica di San Petronio a Bologna. Si tratta di uno dei progetti partecipanti pur mancando il nome del progettista. Presenti 4 riproduzioni fotografiche in bianco/nero con il progetto della facciata adorno di molte statue, e una sorta di riassunto, per punti, degli episodi salienti dei 18 secoli di vita della Chiesa con ampio spazio riservato alla rivoluzione fascista e alle sue ricadute nella storia della Chiesa. Marcello Piacentini, in un articolo pubblicato su "Il Giornale d'Italia", scrisse: "Lasciamo San Petronio com'e': sta benissimo", tuttavia il concorso per il rifacimento della facciata si tenne lo stesso anche se fu un fallimento. Furono presentati 41 progetti ma la commissione non riusci' a scegliere il vincitore. Ne seleziono' sei, che furono poi ammessi ad un'ulteriore prova nel 1935, ma anche questa volta non si arrivo' a nessun risultato pratico con la premiazione ex-aequo di tre progetti. Questa pubblicazione cita in apertura il motto latino "Dux patriam religionem et artem nobis restituit" e, a proposito di questo progetto, anonimo, si legge in Faietti, Medica e Battistini "La basilica incompiuta. Progetti antichi per la facciata di San Petronio" (p. 65): "Per benevolenza del fato, i piu' sesquipedali di quei progetti non recano il nome dell'autore, salvaguardando cosi' i discendenti da un'onta di cui sono incolpevoli. Chissa', ad esempio, in quale delirio si aggirava la mente dell'ignoto progettista che presento' il suo disegno col motto 'Dux patriam religionem et artem nobis restituit' ove il profilo della facciata e' coronato da una trentina di statue marmoree dominate da un gigantesco Cristo a braccia spalancate in tutto simile a quello brasiliano del Corcovado, mentre altre quattro statue assettate si piantano come altrettanti Ramses lungo le scale del sagrato, dando le spalle ad un mosaico policromo che occupa in varie scene tutta la facciata, con tutta la storia della citta', dalla fondazione alla stretta di mano fra il cardinal Gasparri e il cavalier Benito Mussolini".
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