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«Questo è un testo femminile ed è anche un lamento: una marcia dolente, un inno di lode, un canto e un pianto funebre, un compianto e un'eco, un coro e un elogio. Unitevi a me.»
«"Un fantasma in gola" è un'opera splendida, stravagante e unica, da un'autrice dal talento estremo» – Mark O'Connell
«Una prosa lussureggiante e lirica, che abbaglia il lettore sin dalle prime pagine» – The Times
«Doireann Ní Ghríofa ha una sintonia profonda con i silenzi e i misteri nelle vite delle donne. Un libro che ci rivela fino a che punto possiamo assorbire ciò che amiamo – un figlio, un amante, una poesia – e quanto ci possa stravolgere dall'interno» – The New York Times
Un fantasma in gola esplora la femminilità e il desiderio. Doireann Ní Ghríofa racconta la maternità nella sua dimensione universale, e ne fa metafora della scrittura capace di ricucire le ferite più intime e creare echi tra universi lontani: un'opera sul suono che allontana e unisce l'ultimo sospiro di un uomo che muore e il primo vagito di una nuova vita. Dopo aver avuto tre figli in pochi anni, l'autrice ha adattato la propria vita su quella dei suoi bambini: poppate, pappe da preparare, viaggi in macchina verso scuola e ritorno, cartoni animati e sonni sempre troppo brevi. Un'esistenza fatta di liste da spuntare giorno dopo giorno, e un corpo trasformatosi radicalmente per farne crescere altri. Una routine colma di abnegazione, come quella di tanti genitori. Questo fino a quando non si imbatte nella voce di una poetessa, anch'essa madre, protagonista di un antico lamento in versi sulla morte del proprio amato, e qualcosa in lei inizia misteriosamente a risuonare. Aveva già letto quel poema da bambina, e poi ancora da adolescente, ma questa nuova lettura la penetra in modo inaspettato e si tramuta in un'ossessione, fino a farle confondere parole, sguardi, passi con quelli dell'altra donna; i volti dei rispettivi figli, i reciproci sacrifici. Una possessione letteraria, l'unico modo per liberarsi dalla quale si rivelerà abbracciarla e immergervisi: visitare i luoghi in cui l'altra ha vissuto e sofferto, indagare le proprie scelte di donna e madre, mettere in discussione i pilastri stessi su cui poggia il proprio mondo.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una donna che ama la maternità, una "droga" come la definisce il marito, che riempie ogni suo spazio con un bimbo da far nascere o da allattare o da accompagnare a scuola e pensa di continuo a cosa sarebbe la sua vita senza un bambino di cui prendersi cura. Al contempo una donna che vive immersa in una vita altra quella di una poeta del 700 dalla quale è compulsivamente ossessionata tanto da scavare come in una lucida follia tra memorie e versi entrando a gamba tesa come una stalker in una vita che non è sua, ma in qualche maniera le appartiene ricucendo con l'amore per la scrittura ferite che non immagina di avere. Una follia, per quanto mi riguarda, interrotta dalla santa decisione delmarito di porre fine alle continue richieste di procreare ricorrendo alla vasectomia. Una donna irrisolta, in ogni caso, che appare però deliziata in questa vita nella quale è immersa anche se appare chiara una richiesta di uscirne. Mi è piaciuto poco e alla difficoltà di leggere una traduzione (che per quanto possa essere perfetta come in questo caso) restituisce, secondo me, poca empatia, ho aggiunto la noia di pagine cariche di parole a tratti inutili e la consapevolezza di essere di fronte ad una donna che avrebbe tanto da conquistare per sé stessa.
Recensioni
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