Questo libro - con i contributi di Paola Arduini e Miriam Iacomini, Marilena Muratori, Laura Nanni, Alessandra Nardon, Barbara Valli - si presenta come il secondo volume di un progetto, rivolto a insegnanti e educatori, dedicato all'uso dei linguaggi espressivi a scuola, perché l'arte è un potente strumento di apprendimento e di integrazione sociale e perché l'insegnamento ha bisogno di continui stimoli per rinnovare strumenti e contenuti. La scommessa è quella di costruire uno spazio di confronto tra pratiche didattiche che singoli docenti applicano e reinventano nel loro quotidiano e che, attraverso lo scambio, possono diventare oggetto di una più ampia riflessione educativa. Come il volume precedente, il titolo di questo libro è una coppia di parole antinomiche riguardante una problematica molto attuale che la scuola oggi non può evitare di affrontare: questa è casa mia o è casa tua? Casa intesa nel significato geografico, storico e sociale più ampio: come luogo da cui provengo e a cui ritorno, come luogo in cui vivo la mia giornata, dove sperimento la solitudine o la relazione con gli altri. Casa-scuola, casa-paese, casa-città. .. Casa mia dove ti posso ospitare, casa tua dove vorrei essere accolto. I grandi interrogativi a cui la pedagogia è chiamata a rispondere, oggi più che mai, riguardano la possibilità di convivere e condividere invitando a riflettere su ciò che ci rende uguali o diversi, su chi di noi è più forte e chi più debole. La ricchezza dei percorsi didattici raccontati in questo volume testimonia come parole fortemente significative possano essere affrontate in maniera creativa e differenziata dalla scuola dell'infanzia alla secondaria di primo grado, e come dalla creazione di contesti linguistici, ludici e artistici possano nascere esperienze che appartengono a tutti, testimoniando così l'essenza più profonda di un incontro interculturale.
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