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Faremo foresta - Ilaria Bernardini - copertina
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Faremo foresta

Descrizione


A partire da un dolore comune a tanti – la malattia, la fine di un matrimonio, un bambino da proteggere – e armata di un talento luminoso e di una grazia unica, Ilaria Bernardini inventa un alfabeto botanico-sentimentale con cui compone una formula magica dal potere universale.

"Questo è il romanzo - doloroso, struggente, bellissimo - di una scrittrice matura, capace di raccontare il cambiamento. Un mese, un anno, un amore. Cambiamento che non corrisponde a un istante preciso, ma che prevede un andirivieni incessante tra passato e presente." - Teresa Ciabatti, Corriere della Sera

«Ti spengo la luce» dico a Nico. «Lascia aperta la porta» mi dice lui. «Ho paura.» «Non c'è niente di cui avere paura» lo convinco. «Potrei essere il primo che vive per sempre?» chiede. «Potresti» gli rispondo. E sono certa che potrebbe proprio esserlo.

Tutto ha inizio nel giorno del disastro. Anna sta piangendo la fine del suo amore: lei e il papà di Nico, il loro bambino di quattro anni, hanno deciso di lasciarsi. Quel giorno Anna incontra per caso Maria, un'amica di sua sorella che non conosce bene. Mentre parlano, Maria comincia a stare molto male. Anna le tiene la mano, la guarda crollare, chiama i soccorsi. Solo dopo l'ambulanza, il ricovero, le telefonate, si scopre che Maria ha avuto un aneurisma cerebrale. Trascorre una lunga estate di convalescenza e dolore per entrambe. Come si fa a reimparare a uscire di casa e parlare con le persone dopo aver capito quanto vicina è la fine? Come si fa a dire a un bambino che il papà e la mamma non si amano più? La crisi economica ha intanto reso tutti più poveri, le meduse invadono i mari, si annuncia la fine del mondo e pure le piante sul terrazzo della nuova casa di Anna e Nico sono mezze morte. Attorno alle due donne, solo siccità, incertezza e paura. Finché, insieme, cominciano a occuparsi del terrazzo disastrato e, mentre Maria toglie il secco e il morto, pianta nuovi semi e rinvasa, Anna le prepara da mangiare. Così, stagione dopo stagione, la menta diventa verdissima e forte, il limone e il fico danno i frutti e spuntano i girasole. L'oleandro e il glicine s'infittiscono, arrivano le lucertole, le farfalle, e ogni mattina un merlo comincia a visitare Anna e Nico. Le due donne imparano a prendersi cura delle piante e l'una dell'altra. E proprio come il terrazzo, anche questa storia si fa sempre più rigogliosa, fino a trasformarsi in una foresta, talmente selvaggia da contenere le vicende di tutta l'eccentrica famiglia di Anna e persino quelle della buffa cartomante a cui lei si rivolge in cerca di aiuto. A partire da un dolore comune a tanti – la malattia, la fine di un matrimonio, un bambino da proteggere – e armata di un talento luminoso e di una grazia unica, Ilaria Bernardini inventa un alfabeto botanico-sentimentale con cui compone una formula magica dal potere universale. Con Faremo Foresta inauguriamo un movimento gentile, fatto di cura e mani nella terra, di attenzione e di presenza. Questo libro è molto più di una storia, è un inno alla vita, una dolce rivoluzione del pensiero, un mantra per sopravvivere alla siccità e fiorire nel deserto. Per, poi, fare foresta.
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Dettagli

2018
30 gennaio 2018
186 p., ill. , Rilegato
9788804685661

Valutazioni e recensioni

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Veronica
Recensioni: 3/5

Bello ma mi aspettavo di più... la storia non è granchè originale, ma tutto sommato è scritto bene e la lettura scorre bene

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Chiara
Recensioni: 4/5

Narrazione curiosa e non scontata. Per gli amanti del mondo vegetale e botanico è interessante il progredire della protagonista con il crescere della sua foresta. Lo consiglio come piacevole lettura rilassante.

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cca75
Recensioni: 2/5

Acquistato dopo aver letto giudizio entusiasta di Victoria Cabello, finito di leggere ieri dopo circa 6 mesi. Tanta è la passione della protagonista nel descrivere il mondo vegetale che pian piano inghiotte la sua casa, tanto è il distacco con cui vive il mondo reale che la circonda nel bene e nel male compreso il rapporto col figlio, come se il suo punto di osservazione fosse quello appunto di una pianta il che lascia il lettore in una dimensione piuttosto insipida.

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Recensioni

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Voce della critica

Nella vita di Anna, giovane scrittrice milanese, reduce da un matrimonio senza più amore e madre di un bambino di quattro anni, all’improvviso tutto sembra mettersi in discussione.

Seduta davanti a una cartomante londinese, una donna un po’ sopra le righe, Anna prova a ripercorrere la sua vita, partendo dalla sua agiata infanzia passata in una grande casa borghese. Lo fa senza seguire la storia da un punto a un altro, ma con una narrazione circolare che si sviluppa intorno al “giorno del disastro”.

Il “giorno del disastro” in realtà non è un giorno ma è un nodo, un grumo, nella vita di Anna. È il momento in cui il suo matrimonio è finito, nonostante Nico abbia solo quattro anni, ma è anche il giorno in cui Alessandro, il fidanzato di sua sorella Diana, ha avuto un incidente terribile in moto e la sua amica Maria ha avuto un aneurisma celebrale. In questo momento zero della vita di Anna, quando queste situazioni improvvisamente si concentrano, accade quello che la protagonista del romanzo, e forse tutti noi, stiamo aspettando da sempre: l’emergere della consapevolezza di essere vivi e di essere in profonda trasformazione.

A farle da guida durante la fase di passaggio è Maria, l’amica scampata all’aneurisma, che inizia a prendersi cura delle sue piante quasi morte. Ogni tanto, quando smette di piovere, questa ventinovenne dai capelli lunghissimi, si presenta a casa di Anna e si occupa delle piante: le pota, le reinvasa, le espone al sole, le bagna. Quando può ne sceglie qualcuna nuova, con i fiori, la maggior parte delle volte però si limita ad aspettare che la pianta cresca e si mostri per come è.

Con un romanzo che si può definire un memoir, Ilaria Bernardini riesce a rendere perfettamente l’idea della trasformazione, che comporta sempre l’attraversamento di una soglia. Attraverso le vite dei suoi protagonisti, l’ex marito, il figlio, la sua amica Maria, ma anche i suoi familiari – una madre impegnatissima nel lavoro e un padre per lo più assente – l’autrice dipinge un quadro dettagliatissimo della famiglia disfunzionale, nel momento esatto in cui la disfunzione emerge in tutta la sua prismatica potenza.

La soglia che traversa Anna è una soglia reale – la separazione dal marito, la paura per la malattia della sua amica, l’apprensione per la situazione di Alessandro - ma anche una soglia psicologica che la porta alla consapevolezza. Dall’altra parte del confine c’è un terrazzo che inizia a fiorire e ad attirare bambini, amici, nuovi amori. Dall’altra parte ci sono le stesse persone ma con sguardi diversi, consapevoli, forse più tristi ma più vivi.

Recensione di Annalisa Veraldi

 

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Conosci l'autore

Ilaria Bernardini

1977, Milano

Ilaria Bernardini scrive per giornali, televisione e cinema. Tra i suoi romanzi ricordiamo: I supereroi (Bompiani, 2009), Corpo libero (Feltrinelli, 2010), Domenica (Feltrinelli, 2012), Faremo foresta (Mondadori, 2018), Il ritratto (Mondadori, 2020). Pubblica poi le raccolte di racconti: La fine dell’amore (I Libri di Isbn/Guidemoizzi, 2006) e L’inizio di tutte le cose (Indiana).Nel 2024 esce per Mondadori, Il dolore non esiste.

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