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Anno edizione: 2020
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Dieci casi di cronaca nera tra i più sconvolgenti degli ultimi anni. Una criminologa e una giornalista da sempre in prima linea contro la violenza sulle donne. Un'analisi lucida e necessaria degli stereotipi di genere che hanno provocato queste tragedie annunciate, per sconfiggerli una volta per tutte.
I maschi sono intelligenti, le femmine sono utili. I maschi sono "progettati" per comandare, le femmine per accudire. Gli uomini devono provvedere economicamente alla famiglia e realizzarsi nel lavoro, le donne devono stare a casa. Questi sono solo alcuni degli stereotipi di genere più comuni che ancora permeano la nostra cultura. Pensate che siano in gran parte retaggi di un passato ormai superato? Questo libro ci dice che non è affatto così. Gli stereotipi di genere sono tra noi, ogni giorno. E no, non sono affatto "innocui", come molti sembrano considerarli. Attraverso la ricostruzione di dieci casi di femminicidio tra i più sconvolgenti degli ultimi anni, Roberta Bruzzone ed Emanuela Valente analizzano i principali preconcetti culturali e sociali che hanno operato in queste vicende inconcepibili, eppure reali. Stereotipi, pregiudizi e tabù a cui hanno obbedito un po' tutti: le vittime, gli assassini, l'opinione pubblica e perfino i media che ne hanno parlato. Il quadro che ne emerge non è consolatorio: le idee sessiste sono ancora molto radicate, in ognuno di noi, senza distinzioni di condizione economica e culturale. Lungi dal voler giudicare, ma con lucidità e senza fare sconti a nessuno, Favole da incubo intende aiutarci a prendere coscienza di quelle voci che parlano dentro di noi, spingendoci ancora, nostro malgrado, a fare distinzioni di genere nella vita di ogni giorno. Perché la presa di coscienza è il primo, necessario passo per cominciare a scardinare questi schemi mentali e fare in modo che crimini tanto orribili non trovino più un terreno in cui mettere radici, crescere e riprodursi. Intervenire in tempo per fermare l'escalation è possibile, e soprattutto è possibile innescare quel profondo cambiamento culturale che può mettere fine una volta per tutte alla violenza sulle donne.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Da leggere assolutamente per comprendere quanto le chiacchiere di paese e dei media possano essere ingiusti e ossessivi di fronte ad atroci femminicidi. La colpa, sempre e comunque addossata alla donna- vittima, è inaccettabile. La dottoressa Bruzzone é il simbolo di una lotta del genere femminile, ancora ancorata a una tradizione che vuole l'uomo ancora nel ruolo di padre/padrone e della donna possesso/oggetto.
E' un libro che desideravo esistesse perché ricostruisce in maniera oggettiva molti recenti fatti di cronaca che hanno avuto come vittime le donne. Renderei obbligatoria la lettura di questo libro nella Scuola secondaria di secondo grado, perché è proprio in quel periodo che i ragazzi e le ragazze iniziano a costruire i rapporti sentimentali tra loro. Mi ha piacevolmente stupito la ricchezza lessicale, che è molto rara da trovare nelle pubblicazioni recenti. La competenza della criminologa Bruzzone è una garanzia. Da non perdere!
Questo libro è molto interessante e fa riflettere. Non presenta la semplice narrazione di fatti di cronaca - talvolta molto noti -, ma analizza questi per mettere in rilievo quanto siano pesanti gli stereotipi di genere nella società e nelle storie che finiscono con un femminicidio. Mi sono piaciute le parti in cui si evidenzia anche l'importanza avuta dai media, spesso ingiusti e prevenuti nei confronti delle vittime. Da leggere da parte di tutti, femmine e maschi.
Recensioni
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