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Federigo Tozzi. Le immagini, le idee, le opere
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Descrizione


Restituito in tutta la complessità del suo mondo poetico e narrativo, Tozzi emerge in queste pagine di Luperini come il più grande novelliere italiano degli ultimi due secoli, accanto a Verga e Pirandello, e come il capostipite della moderna novellistica.

Un volume prezioso per la completezza dell'analisi delle opere e per l'ampia ricostruzione dell'immaginario e dell'ideologia tozziani.

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Dettagli

1995
1 settembre 1995
266 p.
9788842047216

Voce della critica


scheda di Pellini, P., L'Indice 1996, n. 1

Per quanto il volume si apra sulla deprecatio di rito per la misera accoglienza riservata dai posteri a un "grande" ancora misconosciuto (in parte) dalle storie letterarie, sembra proprio che la critica tozziana goda di rara vitalità, se è vero che nel giro di non moltissimi mesi sono apparsi due saggi diversamente fondamentali come il Tozzi moderno di Luigi Baldacci (Einaudi, 1993) e l'ampia sintesi di Luperini (ma andrebbero ricordati anche i contributi, recentissimi e interessanti, di Marco Marchi e Marino A. Balducci).
Il nesso, esibito fin dal titolo, tra "immagini" e "idee" ha un implicito valore polemico: contro la vulgata di un Tozzi narratore a-ideologico, Luperini afferma una stretta interdipendenza tra il cattolicesimo reazionario del polemista e le soluzioni modernissime di un romanziere per cui "l'inconscio e il divino sono una cosa sola", al punto che "stile ed etica" coincidono. Discutendo le tesi di Baldacci, e quelle ormai classiche di Giacomo Debenedetti, il critico affronta i problemi decisivi dell'esegesi tozziana: il rapporto fra ideologia e produzione letteraria, il periodizzamento interno dell'opera (Luperini propende per una sostanziale continuità fra gli anni senesi e quelli romani), la possibilità e i modi di un'interpretazione psicoanalitica.
Se un romanzo come "Con gli occhi chiusi", anche in grazia delle recenti disavventure cinematografiche, è ormai generalmente accolto nel novero dei "classici" del Novecento italiano, una sorte meno fortunata è toccata ai testi narrativi brevi di Tozzi: è proprio alle novelle, di cui Luperini ha procurato anche un'eccellente edizione economica (apparsa nella Bur due anni fa), che il volume laterziano dedica le pagine forse più convincenti, sottolineando "l'imprevedibilità della logica simmetrica dell'inconscio e lo scorcio improvviso, la violenza allucinata ed esasperata della rappresentazione espressionistica". Tozzi appare, insieme a Verga e Pirandello, "il più grande novelliere italiano degli ultimi due secoli"; le sue scelte tematiche e formali, che rinnovano il genere, sottraendolo ai cliché della produzione di consumo e alle aporie del frammentismo vociano, possono essere accostate a quelle di Kafka.
Oltre che un contributo critico innovativo, il libro di Luperini è anche, per limpidezza espositiva e completezza dell'informazione, una guida alla lettura di Tozzi - la migliore oggi disponibile - rivolta a un pubblico non esclusivamente specialistico. Il primo capitolo indaga gli "archetipi personali" che segnano l'immaginario di Tozzi, il secondo ricostruisce l'ideologia dell'autore, i successivi analizzano in dettaglio i vari aspetti della sua opera (poesia e teatro, romanzi, novelle). La varietà delle metodologie impiegate (psicoanalisi, antropologia, marxismo, ma anche stilistica) si organizza in una visione critica unitaria: addirittura, "nel disorganico mondo culturale di Tozzi, così spigoloso e persino fortunoso, alla fine, miracolosamente, tutto torna".

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Conosci l'autore

Romano Luperini

noto studioso e critico letterario, è nato e vive in Toscana. Ha pubblicato presso Laterza saggi su Verga, Pirandello, Montale e sul tema dell'incontro nel romanzo europeo, ha insegnato in università italiane e straniere ed è autore di un manuale di storia e antologia della letteratura molto diffuso nei licei. Dirige due riviste di teoria e critica della letteratura, "Allegoria" e "Moderna", e il blog www.laletteraturaenoi.it. Come narratore, nel 2013 ha vinto il premio Volponi con il romanzo L'uso della vita. 1968 (Transeuropa). Nel 2016 ha pubblicato per Mondadori La rancura, candidato al premio Viareggio Rèpaci e vincitore del premio nazionale letterario Pisa per la narrativa.

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