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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2018
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Un libro che fa riflettere. Bellissimo
"La filosofia di Hegel può essere compresa soltanto nella genesi del suo sviluppo" (Haym, "Philosophie", 1848): già dall'epigrafe scelta per il suo saggio introduttivo alla "Fenomenologia dello spirito", Ermanno Arrigoni asserisce che sia possibile cogliere la mostruosità del pensiero hegeliano fin dai presupposti concomitanti la stesura di tale aberrante delirio, senz'aspettarne la tarda abiura dello stesso autore o la nefasta ricaduta storica su tutti i peggior "ismi" ideologici dei successivi 150 anni. Arrigoni ci ricorda che il 31enne laureatosi in teologia a Tubinga s'era trasferito a Jena proprio mentre vi si combatteva la battaglia fra Napoleone e i Prussiani, e che il 13 ottobre 1806 costui visse l'occupazione francese della città con un'euforia così forsennata da scrivere subito all'amico Niethammer: "ho visto l'imperatore, questa anima del mondo, passare a cavallo per la città per uscire in ricognizione; è, in effetti, una sensazione meravigliosa vedere un tale individuo che qui, concentrato in un punto, stando su un cavallo, s'irradia per il mondo e lo domina" ("Epistolario", vol. 1, p. 233). Seguendo il dogma teantropico della cristologia, Hegel si convinse dell'esistenza in atto del divino nell'umano, dunque dell'infinito (e infinito assoluto) nella finitezza, dell'infinito intensivo come il Tutto nella Singolarità, nell'ostia eucaristica racchiusa dentro il tabernacolo, della Suprema Potenza in un piccoletto alla conquista del mondo e, parallelamente, della Verità alias sapere assoluto, quello oltrepassante la filosofia che è semplice "amore per il sapere" ancora da cercare e trovare, insomma la ToE o GUT ante litteram concentrata nel manoscritto ch'egli teneva in tasca. "Sindrome napoleonica" in senso stretto, anzi peggio: quando infatti si trova a Norimberga nel momento in cui Austriaci e Russi liberano la città dai Francesi, "l'antico ammiratore di Napoleone passa ben presto nel campo dei nuovi padroni" (H. Althaus, "Vita di Hegel", 1993, p. 212).
Lo sviluppo del pensiero segue lo sviluppo della storia, una ontogenesi del pensiero a partire dalla filogenesi della storia. L’uomo alienato! Una nuova antropologia, una nuova psicologia che vede il reciproco intreccio di condizioni storiche e sviluppo e stasi del pensiero umano inteso come ragionamento condizionato e sua alienazione e superamento nel divenire del processo storico. Nulla e’ piu’ inalienabile nella presenzialita’ della realta’ attuale-fattuale, quale sara’ la conseguenza di tutto cio’? Hegel non lo sa o non lo dice, ma lo sviluppo successivo dell’idealismo fino all’insuperabile marxismo rimanda tutto allo sviluppo della scienza che rimarra’ l’unico strumento speculativo incrementante i confini delle nostre conoscenze, cosa che il marxismo ben evidenzia e testimonia. Superati i confini del kantismo che trova nell’universo una manifestazione matematico descrivibile si passa ad una fenomenologia antropologica storicamente spiegata con un sistema logico matematico. La fenomenologia apre un’epoca nuova quella della possibilita’ della liberta’ come componente essenziale-razionale dello spirito umano che in alternate e successive fasi si aliena dalla presenzialita’ del suo essere in se per se, per essere altro, raggiunge uno stato di totale liberta’ che e’ la conoscenza assoluta e universale, matrice della vera liberta’ dell’uomo e dei popoli. (Potenza, 24/02/2006)
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