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Fermare Attila. La tradizione classica come antidoto all'ava della barbarie
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Fermare Attila. La tradizione classica come antidoto all'ava della barbarie - Luca Canali - copertina
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Fermare Attila. La tradizione classica come antidoto all'ava della barbarie

Descrizione


Luca Canali affronta il tema della insostituibilità della tradizione culturale e letteraria classica, intervenendo nel dibattito che sta accompagnando la straordinaria diffusione dello studio del latino negli Stati Uniti e in Inghilterra, diversamente da quanto accade in Italia. "Fermare Attila", il metaforico titolo del libro, è un'esortazione a sbarrare il passo ai distruttori di civiltà, quale fu Attila, oggi spesso annidati nelle comode nicchie del potere. Al saggio di apertura rigorosamente unitario segue una documentazione di testi latini (tradotti per lo più da Canali stesso) che dimostrano l'inesauribile attualità di quei capolavori. Infine il catalogo delle sentenze latine (tradotte e spiegate) aggiunge la forza della saggezza popolare antica. A conclusione del libro, lo splendido resoconto virgiliano dei giochi siciliani (vere Olimpiadi italiche) sembra saldare il mondo dello sport antico con quello appassionato e violento del mondo moderno.
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Dettagli

2009
Tascabile
13 maggio 2009
236 p., Brossura
9788845262784

Valutazioni e recensioni

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Luca Aquadro
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La lettura di questo libro è particolarmente consigliata: 1: A tutti coloro che apprezzano chi sa scrivere bene 2 : A tutti coloro che (magari senza averlo mai studiato) affermano che il latino è inutile 3 : A tutti gli ex-ministri della Pubblica (d)istruzione che con la propria ignoranza, arroganza e incompetenza hanno contribuito all'incremento dell'ignoranza collettiva spacciando per "miglioramento della qualità della scuola" riforme fatte soltanto di tagli di personale (colto molto più di loro).

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Stefano Vinti
Recensioni: 5/5

Canali, con “Fermare Attila”, ripropone l'essenza della cultura classica altrimenti ormai nascosta al vasto pubblico dei grandi mezzi di informazione e comunicazione, dopo che è stata messa in discussione nelle scuole e nelle università. Questo bel libro è aperto da un saggio unitario, a cui seguono cinque capitoli che ci fanno godere, mediante una scrittura mirabile, i tratti delle opere e dei capolavori di Lucrezio, Catullo, Virgilio, Orazio, Tibullo, Properzio, Ovidio, Petronio, Giovenale, Marziale, illustrati in maniera magistrale della grande penna di Canali. Le opere eterne di questi autori sono antidoto al mondo moderno, imbarbarito dal profitto e dalla capacità di consumo che giustifica le esistenze, che relega a mero orpello l’essenza stessa dell’uomo e dei sentimenti umani: amore, amicizia, lealtà, dolore, disperazione, esaltati invece dalla cultura classica Si passa poi al capitolo “Stato e Rivoluzione” dove, con straordinaria capacità di sintesi, Canali illustra la “rivoluzione romana”, il terremoto politico che ha segnato la fine della repubblica e l'avvio del principato. Un secolo decisivo per la storia del mondo occidentale dove giganti della politica si sono scontrati per il potere e l’affermazione dei loro progetti: da Cicerone al “miglior figlio di Roma” Giulio Cesare, a Pompeo e Crasso, a Catilina, fino a Marco Antonio e il primo imperatore Cesare Augusto. Canali ci illustra altresì il catalogo dei detti latini che danno forza alla tradizione popolare antica. Da ultimo, uno splendido resoconto di Virgilio delle Olimpiadi italiche. “Fermare Attila” è stato scritto da Canali con la preziosa collaborazione di Paola Pellegrini.

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Luca Canali

(Roma 1925-2014) scrittore italiano. Ha insegnato letteratura latina nelle università di Roma e di Pisa. Oltre a volumi di studi classici (Lucrezio poeta della ragione, 1965; Identikit dei padri antichi, 1973), ha pubblicato numerosi libri di narrativa (La resistenza impura, 1965; Il sorriso di Giulia, 1979; Autobiografia di un baro, 1984; I delatori, 1986; Pietà per le spie, 1996) e di versi (La follia lucida, 1972; La deriva, 1981; Toccata e fuga, 1984), legati a un’esperienza autobiografica tumultuosa, dominata dal motivo della nevrosi e della passione d’amore. Inquietudini esistenziali che riaffiorano nelle autobiografie immaginarie di Cesare (Diario segreto di Giulio Cesare, 1994) e di Lucrezio (Nei pleniluni sereni, 1995).

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