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Un libro delicato e molto profondo. L'autrice ci fa seguire, con mille pennellate di colore, la vita e i tormenti di una famiglia di una cittadina della campagna cecoslovacca dove il tempo sembra non passare mai. La narrazione alterna, con maestria, il punto di vista maschile e femminile, riuscendo a mostrare le diverse sfaccettature della personalità del marito e della moglie : il lento passare dalla quiete alla sofferenza piena di livore e di incomprensione per lui ; i tormenti, il dissidio irresolubile tra la consapevolezza degli obblighi familiari e l'anelito alla libertà e al diritto di innamorarsi per lei. La capacità di introspezione dell'autrice è davvero notevole, così come bellissime sono le descrizioni dei paesaggi. Un libro molto bello !
Una delle rare volte dove ho letto poche pagine per volta per assaporarmi meglio le storie, i sentimenti dei peronaggi. A volte i fraseggi son difficili perche omette i soggetti e quindi rileggi qualche frase indietro per capire a chi si riferisce. Ma lintreccio è straordinario, con quadretti che si susseguono con una perfetta consecutio emotiva. Le ultime 50 pagine sono bellissime. Non voglio dire niente della storia perche l intreccio è fatto troppo bene, non va svelato.
Recensioni
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scheda di Realis Luc, O., L'Indice 1993, n. 1
"La fermata del treno dei boschi", accolto con entusiasmo a Praga nel 1972 - "mi sopportano perché i miei libri tirano cinquantamila copie", dice l'autrice - è un delicato disegno di inquietudini. A Jelc, piccolo paese della Selva Boema, vive Marta con il marito Arnost e i tre figlioletti. Nella solida casa nei boschi il tempo sembra trascorrere nel più felice dei modi, Arnost è un padre esemplare e un cosiddetto "buon marito" forte, pratico, sensuale, sempre in grado di offrire soluzioni ai problemi quotidiani, a volte forse troppo "terreno", almeno per Marta. "Era apparsa a Jelc come piovuta dal cielo. La piazza si era accesa della sua presenza... Non sapeva niente di lei e, sebbene con le donne fosse sempre prudente, voleva solo lei... Aveva dato spiritualità alla sua casa contadina..." Proprio la differenza, la fragilità che Arnost intravede e ama nella moglie sarà motivo del dramma irreparabile che lentamente si profila all'armonioso orizzonte domestico. Un uomo nuovo, timido e impacciato fa riaffiorare a poco a poco le inquietudini mal celate nella mente di Marta. La Smahelov racconta con Marta l'ansia di rompere in qualche modo con il passato, di accettare l'incertezza di una nuova scelta... chissà se è lecito intravede e le inquietudini dell'Europa orientale nella "tranquilla" casa di Arnost?
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