Il feticcio della meritocrazia

Un piccolo libro che cerca di spiegare perché il merito e la meritocrazia sarebbero dannosi se incentivati da una società. Alcune argomentazioni sono chiare e convincenti, altre confuse, estremizzate, meno convincenti, in ogni caso sono un inusuale spunto di riflessione. Dall’Appendice, una trentina di pagine dopo un corpo di una sessantina, si capisce il perché del libro: è una reazione al libro di Abravanel “Meritocrazia” e ad alcuni interventi di “politici”, es. di Dario Parrini. Immagino che l’autore abbia scritto e pubblicato l’opera di getto, pervaso da un furore ideologico, ma questo non giustifica i diversi errori di stampa che costellano queste poche pagine (gli errori di stampa, il frutto acerbo di un lavoro poco curato sia dell'autore che dell'editore, sono fastidiosi ma comprensibili in un'opera monumentale ma inaccettabili in poche pagine tanto più che al giorno d'oggi, coi correttori di testo, sono facilmente evitabili. Dimostrano solo poco rispetto per i lettori). Mi diverte pensare che l’autore non possa che essere contento se gli si riconoscono pochi “meriti” e quindi se si attribuisce un voto mediocre all'opera.

Finalmente la verità sulla meritocrazia.

Un testo che critica un concetto mitizzato.