Nati come progetto di dj techno con il nome Captain Fufanu (“il nome captain è rimasto a Colonia dopo un rave party”) questo duo post‐punk disegna traiettorie sonore che flirtano con la new‐wave, l’elettronica da club, il rock psichedelico più scuro e hanno esordito egregiamente con 4 brani di esordio che li hanno proiettati di diritto tra le band più attese del 2015. Oggi, a pochi mesi di distanza dall'EP d'esordio “Adjust To The Light”, Fufanu tornano con il primo full lenght “Few More Days To Go”, in uscita via One Little Indian Records. Fufanu sono il duo islandese formato da Kaktus Einarsson (vocals) e Gulli Einarsson (guitar/programming) – coadiuvati dal vivo da altri 3 membri –, che hanno evoluto il loro sound attraverso il post‐punk e la new wave, ispirandosi alla più oscura musica europea degli anni ‛70 e ‛80 tra chitarre metalliche, bassi sincopati ed una vocalità che richiama Peter Murphy dei Bauhaus. Con “Few More Days To Go” Fufanu continuano il percorso iniziato in “Adjust To The Light”, ed infatti l'album contiene due dei quattro brani che compongono l'EP: ‘Blinking’, e il singolo di debutto ‘Circus Life’, con il quale hanno cominciato a far parlare di quella spirale psichedelica oscura che è il loro sound. Grazie a questo personalissimo immaginario new wave, in cui sonorità più tipicamente anni ’80 vengono rielaborate e riviste con occhio islandese, i Fufanu hanno da subito conquistato ottimi riscontri a livello internazionale, dalla partecipazione a festival come Sonar, Eurosonic e JaJaJa Festival agli apprezzamenti di Damon Albarn e Brian Eno, passando per il tour in UK e Francia con The Vaccines e le date londinesi in apertura ai Blur alla Royal Albert Hall ed Hyde Park.«Non esiste un momento preciso in cui abbiamo deciso che questo sarebbe stato il nostro sound, semplicemente ci piaceva ciò che stavamo facendo ed abbiamo continuato a sperimentare» ‐ spiega il vocalist Kaktus. È questo che li spinge a cercare sonorità così eclettiche e d'avanguardia: «suoniamo esattamente il tipo di musica che vorremmo ascoltare».
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