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Recensioni Firenze, da nazionalista a «fascistissima» 1903-1944. Arti figurative, architettura, letteratura e circostanze politiche

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L'autore, nato il 4 novembre 1931, ha fatto in tempo a vestire la divisa di "figlio della lupa" e di "balilla", a essere altresì un italiano che all'età di soli cinque anni era già comproprietario di un Impero riapparso, nel maggio 1936, sui colli fatali di Roma e poi sparito. Ha trascorso tredici anni nel fascismo, ha vissuto la guerra e il passaggio del fronte, l'occupazione tedesca, il coprifuoco, l'emergenza, in una Firenze che i belligeranti avevano promesso di considerare "città aperta". Ha visto il desolante scenario dei distrutti ponti sull'Arno, ha parteggiato, quindicenne, per la Repubblica. Volendo conoscere la verità dei fatti trascorsi si è documentato con approfondite analisi sui contenuti delle dichiarazioni dei protagonisti politici e culturali di allora e raccogliendo a tale scopo materiale iconografico riguardante la coeva architettura e le arti figurative, nel 1969, per la prima volta nell'ambito di una Università italiana, ha svolto - nella fiorentina Facoltà di Architettura - un corso di lezioni incentrate sul tema della "Architettura in Italia negli anni del fascismo".)
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