Fisiologia del dolore di Paolo Mantegazza Editore: Marzocco Lingua: Italiano Numero di pagine: 433 Formato: Copertina morbida Isbn-13: / Data di pubblicazione: 19/02/1948 Edizione: Nuova Edizione Luogo di pubblicazione: Firenze Descrizione del libro Alcuni passaggi significativi del libro: “Il dolore è tanta parte dell’uomo, che davvero sarebbe difficile il trovare un altro fatto, che fosse così tenacemente collegato e in mille modi intrecciato con tutti i fenomeni della vita dell’individuo.” “Ad ogni istante, dal nascere al morire, ce lo troviamo tra i piedi come un nemico o come un fantasma; e nelle ore affaticate della meditazione ce lo vediamo ritto innanzi a noi come un errore della natura o come una colpa dell’uomo.” “Impalpabile come l’aria, infinito come lo spazio, importuno come la noia, il dolore entra in tutti i fatti della vita, spaventa i vili e ridesta a lotte supreme i forti; problema inestricato al fisiologo, quesito tormentoso al filosofo; speculazione al furbo e consigliere di pietà al generoso ; tormento a tutti.” “L’anatomico ne ricerca le sedi, il fisiologo ne indaga le origini, il patologo ne studia gli effetti, il medico lo calma ; il legislatore e il filosofo lo inseguono senza mai raggiungerlo ; il giurista ed il teologo lo erigono a giudice vendicatore della colpa: tutti lo temono o lo combattono.” Potrei solo aggiungere una domanda: quale compito ha il Terapista del dolore? Continuando nella ricerca ci siamo imbattuti in altre “idee” del Mantegazza “Io aveva immaginato un istrumento col quale si pizzicava la pelle con diversi gradi di pressione, finché nascesse il dolore; ma l’espressione del dolore è così diversa nei diversi individui, e la tolleranza per uno stesso dolore varia nello stesso uomo a intervalli così brevi di tempo e per influenze così minime, che ho dovuto rinunziare al mio algometro ed all’algometria, credendo oggi impossibile la scientifica del dolore. Se non ci è dato di misurare i gradi diversi del dolore possiamo però trovare quali influenze tendano […] a renderlo più intenso. Per noi sarebbero circostanze aggravanti del dolore La squisita sensibilità L’alta intelligenza La razza alta e l’alto grado di civiltà Il sesso femminile La fanciullezza o la gioventù […] L’uso o l’abuso di caffeici […] Sarebbero invece circostanze che diminuiscono il dolore La sensibilità ottusa La bassa intelligenza La razza bassa e un infimo grado di civiltà Il sesso maschile L’infanzia o la vecchiaia” Tra gli esperimenti più discussi condotti da Mantegazza vi sono quelli relativi agli effetti del dolore sul ritmo cardiaco degli animali e sulla temperatura corporea e in seguito sulla respirazione, sulla digestione e sulla nutrizione. Egli scrisse: “Ho fatto costruire una bottiglia […] di sufficiente capacità per contenere un piccolo coniglio […] Attraverso il coperchio si trovano tre aperture […] una centrale maggiore, per cui passa attraverso uno strumento molto ingegnoso e che può abbassarsi ed innalzarsi per sfregamento […] Per mezzo di una manovella posso aprire una robusta pinza che sta nella parte inferiore della verga metallica, e così posso prendere un orecchio, una zampa o una piega della pelle dell’animale e girando poi il manubrio, posso stringerla fortemente […]”
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